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Elly Schlein questa volta non ha avuto coraggio

L'editoriale del direttore dell'agenzia Dire Nico Perrone

Pubblicato:11-11-2022 17:21
Ultimo aggiornamento:12-11-2022 12:03

elly_schlein
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ROMA – Ad Elly Schlein è servita una mezz’ora in diretta sulla sua pagina Instagram per illustrare il suo manifesto-programma per la scalata alla segreteria del Pd. Vero che più e più volte ha detto e ridetto che per salvare i Dem, dargli una nuova prospettiva, non serve un uomo solo al comando, che bisogna coinvolgere più voci e aprirsi, costruire una rinnovata classe dirigente e via col tango. Ma per alcuni vecchi marpioni e capibastone del Pd che da tempo, anni, hanno inchiodato le loro poltrone alle loro correnti, questa voce all’apparenza nuova, che per il Guardian addirittura è l’astro nascente della sinistra italiana, potrebbe benissimo essere la faccia dietro cui nascondersi per… scamparla anche stavolta.

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Certo Elly ha tenuto a dire che queste cose che legge da giorni, che dietro al suo nome sono già all’opera Letta e Franceschini, forse anche Romano Prodi, pronti a raccogliere anche gli altri naufraghi Dem, la fanno ridere. Sì vabbè, potrà pure ridere ma la giovane Elly sa benissimo che per come è organizzato oggi il Pd, con le sue regole ferree per garantire la gerontocrazia al comando, lei non avrebbe nessuna possibilità, considerando anche che al momento non è neppure iscritta al Pd. Altra cosa, ed è qui che mi spiace dirlo Schlein ha palesato la sua mancanza di coraggio, sarebbe stato meglio sentirla dire, e sarebbe bastato un minuto di diretta instragram: “Cari Dem, ho deciso di candidarmi alla guida del partito, penso che solo un gruppo dirigente giovane possa mandare a casa chi in questi anni e anni di gestione del potere ci ha portato al disastro di oggi. È tempo di cambiare, sono pronta ad assumere la leadership per rinnovare il Pd, partito riformista di sinistra, e da domani inizierò la mia battaglia sul territorio”.


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Conoscendo i brontosauri che si sono asserragliati nella sede del Nazareno non ci sarebbe stata storia, Elly Schlein avrebbe marciato alla grande con ottima possibilità di successo. In questa veste non ci sarebbe stata storia, non ci sarebbe stata la possibilità per i vecchi capibastone di alzare il ditino e dire: “Ma Elly non può, non è iscritta…”. Sarebbe stato travolto da una valanga di indignazione generale. E invece oggi nella mezz’ora di diretta Elly Schlein ha detto e non detto, ha aperto e chiuso, ha usato, francamente, un modo di fare politica e di rapportarsi col suo popolo di riferimento già datato, visto in passato e che non si sposa affatto con la drammaticità del momento che vivono i Dem.

Senza guida politica, alla rincorsa delle cose cattive che fa il governo Meloni, col cappello in mano in cerca di alleati, da Calenda a Conte, che li prendono in giro e alla fine impongono i candidati e i temi politici che vogliono loro. Per questo urge l’intervento dei giovani di Coraggio Pd che hanno deciso di dare battaglia per scalzare i vecchi brontosauri chiamando a raccolta tutti quelli che in questi anni, tenuti ai margini e non valorizzati, hanno a cuore le sorti di un partito autenticamente riformista e di sinistra. A partire da quei tanti amministratori locali, ragazzi e ragazze, quelli che guidano da tempo associazioni in tutta Italia, le più diverse solo con il fine di risolvere i problemi di chi non ce la fa e non ha rappresentanza, farli diventare protagonisti e voce viva e attiva di questo rinnovamento. Da subito, non aspettando che i capi corrente si mettano d’accordo per mettere il loro cappello su quella/i che, a torto o a ragione, ritengono essere solo degli utili nomi dietro cui nascondersi. Ci vuole coraggio, vero coraggio, ma se non ora quando?

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