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BARI – Quattro euro l’ora per turni anche da 11 ore di lavoro al giorno. Niente ferie, né giorni di riposo. A gestire tutto un caporale, pagato da aziende a caccia di un agricoltore da sfruttare. La trama racconta una storia di caporalato, l’ennesima che si è consumata nelle campagne pugliesi e, in particolare, nei ghetti del foggiano.
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A indagare sulla vicenda è stata la procura di Foggia e oggi i carabinieri hanno eseguito cinque misure cautelari. Due degli indagati sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, mentre per altre due persone è stato disposto l’obbligo di dimora. Le accuse sono: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa. Quattro imprese agricole sono state sottoposte a controllo giudiziario, mentre le sedi operative e i beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro sono stati sequestrati.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, un caporale di nazionalità senegalese, approfittando dello stato di bisogno di molti suoi connazionali e di altri cittadini africani, li assumeva irregolarmente sottoponendoli a condizioni lavorative massacranti e poco dignitose.
I braccianti venivano reclutati nei ghetti del Foggiano, come quello di Rignano, a San Severo. Il caporale percepiva uno stipendio dalle aziende colpite dalle misure: sottraeva 50 centesimi per ogni cassone di prodotti raccolti e si faceva pagare 5 euro per il trasporto dai luoghi di dimora al lavoro. Ogni bracciante, invece, percepiva fra i 3,70 e i 4 euro per ogni cassa di pomodori oppure una retribuzione oraria di circa 4 euro. Gli operai agricoli lavoravano anche 11 ore giornaliere senza riposi settimanali, senza alcuna differenza fra giorni feriali e festivi e senza, ovviamente, un’adeguata corresponsione economica rispetto alle ore prestate in straordinario.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, assicura: “Tolleranza zero verso chi pensa che in Italia gli esseri umani possano essere trattati come schiavi“.
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