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Caporalato nei ghetti del foggiano: ai braccianti paghe da 4 euro l’ora

Un'inchiesta della procura di Foggia ha portato all'esecuzione di cinque misure cautelari. Il ministro Lollobrigida: "Tolleranza zero"

Pubblicato:11-11-2022 16:19
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 16:19
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BARI – Quattro euro l’ora per turni anche da 11 ore di lavoro al giorno. Niente ferie, né giorni di riposo. A gestire tutto un caporale, pagato da aziende a caccia di un agricoltore da sfruttare. La trama racconta una storia di caporalato, l’ennesima che si è consumata nelle campagne pugliesi e, in particolare, nei ghetti del foggiano.

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A indagare sulla vicenda è stata la procura di Foggia e oggi i carabinieri hanno eseguito cinque misure cautelari. Due degli indagati sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, mentre per altre due persone è stato disposto l’obbligo di dimora. Le accuse sono: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa. Quattro imprese agricole sono state sottoposte a controllo giudiziario, mentre le sedi operative e i beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro sono stati sequestrati.


CONDIZIONI DI LAVORO MASSACRANTI E POCO DIGNITOSE

Secondo quanto accertato dai carabinieri, un caporale di nazionalità senegalese, approfittando dello stato di bisogno di molti suoi connazionali e di altri cittadini africani, li assumeva irregolarmente sottoponendoli a condizioni lavorative massacranti e poco dignitose.

I braccianti venivano reclutati nei ghetti del Foggiano, come quello di Rignano, a San Severo. Il caporale percepiva uno stipendio dalle aziende colpite dalle misure: sottraeva 50 centesimi per ogni cassone di prodotti raccolti e si faceva pagare 5 euro per il trasporto dai luoghi di dimora al lavoro. Ogni bracciante, invece, percepiva fra i 3,70 e i 4 euro per ogni cassa di pomodori oppure una retribuzione oraria di circa 4 euro. Gli operai agricoli lavoravano anche 11 ore giornaliere senza riposi settimanali, senza alcuna differenza fra giorni feriali e festivi e senza, ovviamente, un’adeguata corresponsione economica rispetto alle ore prestate in straordinario.

“TOLLERANZA ZERO”

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, assicura: “Tolleranza zero verso chi pensa che in Italia gli esseri umani possano essere trattati come schiavi“.

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