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Maxi truffa da 1 milione di euro sui farmaci anti-Covid

False ricette mediche per farmaci costosi: 19 persone indagate dalla procura di Castrovillari, tra queste anche medici e infermieri

Pubblicato:11-11-2022 12:34
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 13:39

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REGGIO CALABRIA – False ricette mediche per farmaci costosi, compresi gli antivirali usati anche per la cura del Covid-19. A scoprire una maxi truffa da almeno un milione di euro ai danni del Servizio Sanitario Nazionale è stata la procura di Castrovillari (Cosenza), che ha iscritto 19 persone nel registro degli indagati. Medici, infermieri e informatori farmaceutici sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.

Disposta la custodia in carcere per due informatori farmaceutici e un medico di medicina generale. La moglie di quest’ultimo è finita agli arresti domiciliari. Per gli altri 15 indagati è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione di titolare, gestore, collaboratore di farmacia. L’operazione è stata eseguita stamattina dai carabinieri del Nas di Cosenza e del gruppo Tutela Salute di Napoli, con l’ausilio dei carabinieri dei comandi provinciali di Cosenza e Crotone.

I PAZIENTI ERANO IGNARI DI TUTTO

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l’informatore farmaceutico avrebbe indicato al medico di famiglia l’elenco dettagliato dei farmaci da prescrivere. Il medico, con l’aiuto della moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci concordate con l’informatore, attribuendole a suoi pazienti ignari, per poi recapitarle ai titolari delle farmacie compiacenti, che provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (le cosiddette “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni.


I MEDICINALI FINITI TRA I RIFIUTI O NEL WC

Secondo l’ipotesi accusatoria, il farmacista avrebbe avuto anche il vantaggio di incassare dal Ssn il prezzo pieno dei farmaci, quando in realtà li acquistava dall’azienda con sconti superiori del 45%. Centinaia di farmaci, che ormai privi della “fustella” non erano più regolarmente commercializzabili, sarebbero stati smaltiti gettandoli in scarpate o nei wc delle farmacie. Nella maggior parte dei casi, invece, sarebbe stato il medico prescrittore, in prima persona o per il tramite dell’informatore farmaceutico, a gettarli tra i rifiuti indifferenziati. 

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