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Studenti contro il ministro Valditara: “Tutor per geni? Questa scuola è escludente”

La risposta degli studenti di Uds dopo le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione e del Merito: "Così la scuola diventa elitaria e classista"

Pubblicato:11-11-2022 11:31
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 11:32

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ROMA – “È evidente come questi piani per la scuola presentati dal ministro Valditara non rappresentino un modello di scuola inclusivo. Queste proposte hanno come fine un modello di scuola escludente per coloro che il ministro definisce ‘studenti in difficoltà’, che in questo modo vengono ulteriormente marginalizzati ed esclusi”. È il commento di Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti, al programma del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che ha annunciato il suo piano per la scuola. Il piano prevede una riforma degli istituti tecnici e professionali, un piano di orientamento per le famiglie e un insegnante tutor sia per gli studenti in difficoltà che per quelli più brillanti.

“L’istituzione scolastica dovrebbe essere in grado di creare un ambiente per il quale ogni studente abbia la possibilità di vivere in un ambiente nel quale i propri tempi vengono rispettati, con un clima di solidarietà collettiva, evitando quindi la percezione di dover essere “affiancati perché non bastevoli” e la divisione degli studenti in geni da un lato e studenti con difficoltà dall’altro”, continua Bianca Chiesa.


“Inoltre il lavoro che il nuovo ministro propone per gli istituti tecnici, ci viene raccontato con lo scopo di annullare la narrazione nella quale esistono istituti più rilevanti, come i licei, e altri di minore importanza come gli istituti tecnici- continua Alice Beccari, dell’esecutivo nazionale dell’Unione Degli Studenti- tuttavia, l’obiettivo che dovrebbe raggiungere questo processo secondo il ministro Valditara è quello di creare una scuola maggiormente asservita al mondo del lavoro e non come strumento di formazione personale e collettiva”.


“Il ministro ha dichiarato che l’istruzione tecnica e professionale deve offrire profili che corrispondano sempre più alle alle richieste delle imprese: dietro a queste parole si cela l’idea che esistano student3 che possano studiare e andare al liceo e studenti che invece devono studiare per entrare nel mondo del lavoro- continua Chiesa- La lettura malsana del nuovo ministro dell’ istruzione allarga ancora di più il clima di competitività, classismo e marginalizzazione già ben radicato nelle nostre aule”.


“Non vogliamo la scuola descritta dal ministro Valditara, perché crediamo che l’istruzione non possa essere divisiva e ghettizzante e il 18 novembre saremo nelle piazze di tutto il paese per la mobilitazione studentesca nazionale per delle scuole più partecipate, con commissioni paritetiche, che rispettino il benessere e i diritti di tutti gli studenti, perché crediamo che le scuole debbano essere luoghi per una formazione condivisa, nei quali nessuno si deve sentire escluso, e per questo devono essere garantiti dei supporti concreti e gratuiti per chi ha disturbi dell’apprendimento. Pretendiamo che la politica ascolti le nostre esigenze”, conclude Beccari.

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