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Chiusi 5.500 siti e canali social ‘pirata’, la Gdf: “Stimata perdita di 6mila posti di lavoro l’anno”

Quindici degli indagati, pur lucrando ingenti somme dalla propria attività illecita, percepivano il reddito di cittadinanza

Pubblicato:11-11-2020 11:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:13

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ROMA – “Il danno causato dall’organizzazione sgominata, dedita alla criminalità informatica, in un momento già gravato dall’emergenza Covid, è stato stimato in circa 6mila posti di lavoro persi all’anno“. Così il colonnello Gianluca Berruti, del Nucleo speciale frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, in merito all’operazione che ha portato ad oscurare oltre 5.500 siti illegali di live streaming e canali Telegram che trasmettevano illegalmente contenuti protetti in tutto il mondo.

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CHIUSI OLTRE 5.500 SITI E CANALI SOCIAL ‘PIRATA’, OPERAZIONE IN 19 PAESI

Oscurati oltre 5.500 siti illegali di live streaming e canali Telegram che trasmettevano illegalmente contenuti protetti in tutto il mondo. Sequestri rivolti alla confisca per equivalente per oltre 10 milioni di euro nei confronti dell’organizzazione criminale. I pagamenti degli abbonamenti avvenivano anche tramite criptovalute. Quindici degli indagati, pur lucrando ingenti somme dalla propria attività illecita, percepivano il reddito di cittadinanza. Sono questi gli esiti di una vasta operazione internazionale della Guardia di Finanza in sinergia con la Polizia di Stato a tutela del diritto d’autore svolta in 19 Paesi esteri.


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