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Zaia: “Veneti tenaci, né ‘acqua granda’ né Covid ci fermeranno”

In Veneto è previsto un picco di contagi tra il 15 e il 20 novembre, ma il presidente della Regione non ci sta: "I veneti sanno sempre risollevarsi"

Pubblicato:11-11-2020 14:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:13

luca zaia
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VENEZIA – In occasione dell’anniversario dell’‘acqua granda’, la mareggiata straordinaria che ha colpito Venezia il 12 novembre 2019, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si lascia andare ad un ricordo commosso e ne approfitta per sottolineare la tenacia dei veneti: “Nel nostro Dna non c’è la resa incondizionata al lutto e alle disgrazie”, dice il governatore. I veneti, insomma, non si arrendono. Nè all’acqua alta nè al coronavirus.

IL PUNTO SUL COVID IN VENETO

Durante l’incontro con la stampa, Zaia ha fatto poi anche il punto sull’epidemia in regione, dove negli ultimi giorni la curva dei contagi sembra aver rallentato leggermente. Questo sarebbe in linea con il modello previsionale, secondo cui il picco dei contagi si raggiungerebbe tra il 15 e il 20 di novembre, con una crescita dei ricoveri che continuerebbe quindi fino a fine novembre. Il rallentamento rilevato negli ultimi giorni, ad ogni modo, “non è statisticamente rappresentativo” spiega l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, e quindi potrebbe essere semplicemente “una buca” nella crescita, che poi riprende, afferma però il presidente della Regione.

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IL RICORDO DELL’ACQUA GRANDA

“Sia ieri che oggi- ha detto Zaia -, non ho mai messo in dubbio che i veneti avrebbero superato il dramma. È una certezza che viene dal sapere che nel nostro Dna non c’è la resa incondizionata al lutto e alle disgrazie ma c’è la tenacia ad andare avanti, la fatica, il riscatto nel lavoro”, prosegue Zaia. “Nel novembre dell’anno scorso non era la prima volta che l’acqua della nostra laguna invadeva campi e calli con irruenza. Ma la violenza e la mole dell’inondazione ci mise di fronte ad una esperienza inedita non solo per Venezia ma anche per tutto il Veneto. Ricordo lo stupore quando mi informarono che nell’atrio di Palazzo Balbi il livello dell’acqua aveva raggiunto la lapide con il segno di quello raggiunto nella storica marea del 1966. Ad esso si aggiunse il dolore delle immagini con i vaporetti alla deriva, dei video di ampie zone cittadine trasformate nella notte in enormi torrenti vorticosi, di attività produttive e commerciali gravissimamente danneggiate così come le case”. Allora, “Venezia era ferita ma pronta a reagire e compatta come concordammo nell’incontro, in una piazza San Marco devastata, col patriarca e il sindaco“.

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Da subito, ricorda Zaia, “ritenni che commissario per la città” doveva essere il sindaco: in quella situazione, “Venezia aveva il diritto di avere come suo riferimento il suo primo cittadino”. E Zaia fu commissario per il resto di una regione in cui maltempo si era accanito su molte altre aree. “L’anniversario dell’acqua granda del 2019 ci offre ancora una volta un’occasione per ringraziare tutti gli operatori che ogni giorno sono impegnati per la sicurezza della collettività o per sostenerla nei momenti più difficili, quel vero fiore all’occhiello della nostra terra che sono tutti i volontari, e tutti i cittadini veneti che con impegno e senso di responsabilità hanno sempre saputo risollevarsi. Quel senso di responsabilità che la maggior parte di essi sta dimostrando anche in questi giorni contro il covid 19 e che chiedo a tutti di confermare per continuare a guardare al futuro anche dopo questa tragedia”, conclude il presidente del Veneto.

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