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La notte porta litigi: nuovo scontro De Luca-de Magistris. E il governatore minaccia querela

Ad accendere nuovamente la miccia è stato il primo cittadino partenopeo nel corso della trasmissione Cartabianca, andata in onda ieri sera su Rai3

Pubblicato:11-11-2020 12:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:13
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di Marco Santangelo

NAPOLI – La notte porta consiglio, ma anche accuse e minacce di querela. È il riepilogo di una polemica scoppiata tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Ieri in prima serata, dagli studi della trasmissione televisiva Cartabianca su Rai3, il primo cittadino partenopeo accende la miccia: “Più che colore giallo temo che ci sia un giallo Campania. La situazione negli ospedali è drammatica. Riguardo le altre patologie, la gente non si cura più se non per casi gravissimi. Ci sono file per avere l’ossigeno, ambulanze con un’ora di ritardo per incidenti stradali e non parliamo dell’assistenza da casa”. De Magistris fa il quadro di una situazione napoletana e campana che somiglia a un bollettino di guerra. Al centro delle accuse, tratteggiato nelle vesti di antagonista, è l‘ex sceriffo di Salerno che a stretto giro replica direttamente dal proprio profilo Facebook: “Continua la campagna di aggressione mediatica contro la Campania. C’è da rimanere esterrefatti di fronte alle parole e alle tesi campate in aria ascoltate da vari interlocutori nella trasmissione del servizio pubblico Cartabianca”. Intanto in diretta tv l’ex pm non ha riserve e annuncia l’arrivo di “azioni clamorose” nei prossimi giorni per attirare l’attenzione del governo sulla condizione campana. Poi attacca di nuovo De Luca: “Abbiamo fatto un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica l’altro giorno e il governatore contestava che il Comitato si potesse occupare della mancanza dell’ossigeno nelle farmacie e dei 118 che non arrivano“. De Luca non ci sta, segue in diretta la pioggia di critiche che cadono sul suo nome e valuta il contraccolpo: “Di fronte a queste falsità non resta che la querela per diffamazione”.

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