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VIDEO | Amendola all’Unisob: “Investire su Bruxelles significa rendere più forte la Campania e il Mezzogiorno”

Così il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola a margine dell'incontro dedicato a "La Brexit e le nuove sfide dell'Unione Europea"

Pubblicato:11-11-2019 18:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:35

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NAPOLI – “Da un anno l’Università Suor Orsola Benincasa è la prima Università della Campania e la seconda del Mezzogiorno ad avere un Centro per gli Affari Internazionali a Bruxelles, nato all’interno dell’Ufficio Comunitario della Regione Campania a due passi dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di promuovere in tutto il mondo ricerca, innovazione, sviluppo dei progetti finanziati dall’Unione Europea e internazionalizzazione degli studi e del placement degli studenti dell’Ateneo napoletano“. Lo ha ricordato il rettore dell’Ateneo, Lucio d’Alessandro, a margine dell’incontro di questa mattina che Unisob ha dedicato a “La Brexit e le nuove sfide dell’Unione Europea”.

Presente anche il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola.

“Ci sentiamo innanzitutto cittadini d’Europa e siamo orgogliosi di questo”, ha sottolineato il rettore. “Siamo un ateneo che ritiene di dover partecipare alle attività europee e ai bandi europei e abbiamo aperto anche una sede a Bruxelles e l’incontro di oggi è anche il frutto del lavoro che facciamo lì”. “L’Università Suor Orsola Benincasa – ha sottolineato Amendola – ha fatto un investimento intelligente ed importante non solo per l’Ateneo ma per i giovani del Sud in generale, perché scegliere di investire su Bruxelles e sulle grandi opportunità progettuali dell’Unione Europea significa provare a rendere più forte il nostro territorio della Campania e del Mezzogiorno e sviluppare possibilità concrete per costruire un futuro migliore per le giovani generazioni”.


Ma non c’è solo l’Europa nel futuro del Suor Orsola Benincasa ma anche Napoli con un nuovo progetto legato ai beni culturali.

A Napoli – ha spiegato d’Alessandro – può nascere il più grande polo nazionale di ricerca, formazione e investimento nel campo dei beni culturali e delle sue tecnologie più avanzate”. “Ho illustrato questa ipotesi al ministro Amendola in un incontro preliminare al convegno – ha sottolineato il rettore – ed ho colto con soddisfazione la sua disponibilità ad una riflessione anche perché, come ci ha spiegato, sul piano europeo ci sono grandi possibilità di sviluppo per questo tema e una grande considerazione verso il nostro Paese nel settore dei beni culturali”.

L’idea ha già un suo progetto embrionale. A Bruxelles, infatti, proprio la valorizzazione del patrimonio culturale italiano attraverso le nuove tecnologie è uno dei pilastri del lavoro del Centro per gli Affari Internazionali dell’Università Suor Orsola Benincasa che coordina, in questo settore, il lavoro internazionale del Cluster Tecnologico Nazionale Tiche (Technological innovation in cultural heritage) che ha già aggregato ben 45 soggetti giuridici pubblici e privati costituendo una rete formata da ben 30 Università italiane (da Milano a Palermo), tre distretti tecnologici regionali, alcuni dei maggiori Centri di ricerca nazionali (dal Cnr all’Enea) ed imprese del Paese che operano nel settore dell’innovazione tecnologica. “Crediamo – ha concluso d’Alessandro – che possa partire per i nostri giovani una chance davvero importante”.

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