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VIDEO | Ex Ilva, Camusso: “Serve soluzione stabile, anche con intervento pubblico”

L'Agenzia Dire intervista Susanna Camusso, già segretaria della Cgil, oggi responsabile per le politiche di genere e internazionali

Pubblicato:11-11-2019 15:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:35
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ROMA – Per l’Ex Ilva “la soluzione è trovare un punto di sintesi tra investimenti, innovazione e produzione dell’acciaio di cui il Paese ha bisogno”. Lo sottolinea Susanna Camusso, già segretaria della Cgil, oggi responsabile per le politiche di genere e internazionali di corso d’Italia, partecipando ad una diretta Facebook con l’agenzia Dire.

“Non bisogna- aggiunge- ripetere gli errori del passato, abbiamo una stagione di dismissioni con risultati non positivi, di qui l’urgenza di trovare una soluzione stabile ed effettiva e che si misuri con la città di Taranto, divisa tra l’ambizione di vivere in un ambiente sano e la presenza di una grandissima acciaieria che è stata disattenta alla politiche ambientali”.


Insomma per Camusso non bisogna “discutere delle cause penali che è guardare il dito”, ma bisogna “evitare di pensare che tutto dipenda da loro: la multinazionale ha fatto un accordo, dovrebbero rispettarlo, ma se non sono disponibili il paese deve essere in grado di dare una soluzione anche passando attraverso l’intervento pubblico”.

GOVERNO. CAMUSSO: SCELTE GIUSTE MA DEVE CONQUISTARE AUTOREVOLEZZA

“Un governo- sottolinea Camusso- deve essere democratico e autorevole, questo governo è democratico e deve conquistare autorevolezza, che ora vedo difficile, perchè vedo una dialettica interna spesso non comprensibile”.

Per la sindacalista l’esecutivo giallorosso “sta facendo cose importanti ma non offre uno sguardo di lungo periodo, fa anche scelte giuste, ma nella logica di emergenza, per mettere le toppe con l’opposizione ha dovuto fare un passo indietro e continua a rosicare”. Insomma bisogna “coniugare le emergenze con un orizzonte che traguardi i prossimi 5-10 anni”.

Rispetto alla manovra e alle critiche di Matteo Salvini, Camusso attacca: “L’ex ministro dell’Interno farebbe bene a domandarsi cosa ha lasciato invece di invocare una parola d’ordine sbagliata, cioè che le politiche devono solo abbassare le tasse. Io non penso che la manovra- continua Camusso- sia una legge fatta solo di tasse, fa una cosa importante che è destinare finalmente ai lavoratori con redditi bassi e medi un po’ di risorse, non bastano, perchè abbiamo un lungo arretrato da recuperare ma è un segnale di redistribuzione, mentre la flat tax voleva arricchire chi è già aveva”.

Infine, per la ex segretaria generale si ha il “coraggio di affrontare alcuni temi: vado controcorrente ma credo che il tema plastica e zuccheri sia da affrontare. Bisogna farlo bene e con una chiave non punitiva, ma il nostro sistema deve evolvere ed è utile e necessario qualificare le produzioni”.

PENSIONI. CAMUSSO: RICONOSCERE TEMPO DI CURA, È GRANDE LAVORO SOCIALE

“Serve- aggiunge ancora Camusso- una misura che riconosca il lavoro di cura delle donne e degli uomini, in una prima fase ne beneficeranno le donne ma poi forse diventerà un incentivo per gli uomini”.

In vista della iniziativa di domani in corso d’Italia con la ministra Nunzia Catalfo, dal titolo ‘Dis(uguaglianze) di genere nel sistema previdenziale’, Camusso osserva che “da parecchi anni abbiamo avuto una finta uguaglianza nel sistema: dare risposte uguali a situazioni diverse aumenta le disuguaglianze. E la differenza è ampiamente documentata: gli uomini lavorano meno delle donne e non è solo la questione della maternità, tutto il sistema sociale è a carico delle lavoratrici”.

Per cui “va recuperata la differenza e bisogna dare valore a quel tempo di cura che non è tempo per sè, è uno tempo straordinariamente produttivo che fa funzionare una società che altrimenti non funziona, è un grande lavoro sociale che va riconosciuto e non può essere motivo di penalizzazione”.

Insomma, “va riconosciuta la maternità con l’obiettivo di una maggiore redistribuzione, io credo ad esempio a una vera paternità obbligatoria”.

Infine per la sindacalista “è una pessima idea far lavorare al nono mese perchè di fatto sottrae la decisione alle donne, perchè sappiamo come funziona la pressione delle aziende, e perchè quel mese serve perchè entri in una fase diversa della tua vita”.

VIOLENZA DONNE. CAMUSSO: CLIMA PEGGIORATO, SERVE RIFLESSIONE DA UOMINI

Nella lotta contro la violenza delle donne, continua Camusso, “siamo lontani, anzi peggioriamo, il linguaggio violento e sessista ha avuto un effetto devastante sul paese”.

Per la sindacalista “c’è un clima peggiorato e c’è una totale insipienza: la politica non affronta il tema o lo fa in una logica fastidiosa che dice alle vittime di risolversi il loro problema”.

Bisogna quindi cambiare la logica: “Il tema della violenza è un problema degli uomini, i comportamenti violenti sono degli uomini e loro sono i primi che si devono interrogare. Manca- conclude Camusso- una riflessione degli uomini sulla loro incapacità di risolvere questo tema e sul silenzio come complicità”.

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