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Di Traglia (Mdp): “Ecco 5 indizi di un avvicinamento tra Sinistra e M5S”

Di Traglia traccia un quadro dei movimenti in Parlamento: 'troppi indizi per non parlare di prove, se schiacianti lo vedremo'

Pubblicato:11-11-2017 17:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:53

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ROMA – “Tra la Sinistra e il M5S nessuna alleanza o coalizione, per usare le tipiche espressioni della vecchia politica, è alle porte. Oltretutto a sinistra è in corso un importante processo di costruzione di un soggetto unitario che non merita distrazioni. Ma non è detto che le strade non si possano incrociare, senza per questo invocare subalternità culturali e politiche. Se è così allora vale la pena fermarsi un attimo e iniziare a riflettere se è vero, come stanno notando molti osservatori politici in queste ore, dopo il ritrovamento di importanti indizi, che ‘più si allontanano dal Partito Democratico, più si avvicinano al Movimento 5 Stelle’“. Lo scrive Stefano Di Traglia, giornalista gia’ portavoce di Pier Luigi Bersani, sul sito dell’Huffington post.


Poi elenca gli indizi: “Primo indizio: nonostante le prese di distanza e gli insulti di Grillo, riguarda il core business del nascituro soggetto di sinistra, il lavoro. Da due mesi è in discussione proprio nella Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, una proposta di legge di Articolo 1 – Mdp (e un’altra identica di Sinistra Italiana), il cui primo firmatario è il capogruppo Francesco Laforgia, che prevede la reintroduzione delle tutele del vecchio articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori“.

“Non- specifica l’esponente di Mdp- di quelle in vigore prima del renziano Jobs Act, ma addirittura di quelle precedenti alla legge Fornero. Proprio ieri è stato adottato il testo base della proposta, già calendarizzata in aula alla Camera per il 20 novembre. Grazie ad alcuni ‘pedinamenti’ tra i corridoi di Montecitorio, alcuni cronisti avrebbero riscontrato, su questo tema, una possibile disponibilità del M5S. Non si sa, ad oggi, fino a che punto”.

 

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E ancora, scrive Di Traglia, il secondo indizio: “Il ballottaggio a Ostia previsto per il 19 novembre. Non sono pochi i segnali che arrivano da pezzi consistenti dell’elettorato di sinistra che potrebbero tornare alle urne, anche questa volta, a sostegno della candidata grillina, pur di non far vincere la destra, quella sostenuta da Salvini e da Casapound”.

Terzo indizio: “Il comportamento elettorale adottato recentemente dai potenziali elettori del nuovo soggetto di sinistra (ex simpatizzanti del Pd, astenuti, elettori di sinistra) che negli ultimi tempi non hanno disdegnato di sostenere (magari controvoglia, ma votandoli) per i candidati dei 5 Stelle preferendoli ad altri. In Sicilia, ad esempio, un elettore democratico su tre, che nel 2012 avevano votato per Crocetta, ha scelto solo pochi giorni fa di votare per il candidato del M5S, Cancelleri“.

Quarto indizio: “La possibile decisione di Pietro Grasso di accettare la proposta di guidare alle prossime elezioni politiche il nuovo soggetto di sinistra. Il presidente del Senato ha un forte ascendente sugli elettori del Movimento 5 Stelle. Non dimentichiamo poi come avvenne la sua elezione a presidente del Senato nel marzo del 2013, quando riuscì a conquistarsi molti voti fuori dal recinto dell’allora centrosinistra, pescando in particolare proprio tra le truppe parlamentari grilline”.

Quinto e ultimo indizio: “I contenuti. Su alcuni di questi sembrerebbero esserci meno distanze del previsto. Basterebbe riprendere i molti provvedimenti di questa legislatura che hanno visto una convergenza di opinioni, in particolare nei lavori di commissione”.

Insomma, conclude, “Ci sono molte distanze significative su tanti altri punti: sul linguaggio, sull’antipolitica, sul ruolo delle istituzioni, etc. Ma ci sono troppi indizi per non parlare di prove. Se schiaccianti lo vedremo strada facendo. Ma oggi è così”.

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