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Carceri, a Cagliari morti due detenuti in poche ore

La denuncia di Caligaris (Sdr): "Nella struttura troppe persone con gravi patologie"

Pubblicato:11-10-2022 17:51
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 17:51
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CAGLIARI – Due detenuti reclusi nel carcere di Cagliari-Uta sono deceduti tra ieri sera e questa mattina. A darne notizia è Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo diritti riforme”. In base alle informazioni dell’ex consigliera regionale, il primo decesso si è registrato nella tarda serata di ieri. Si tratta di un cagliaritano, trovato senza vita nella sua cella, dove sembra che per stordirsi abbia fatto uso del gas contenuto nella bomboletta utilizzata per scaldare il cibo. L’altro decesso si è verificato all’alba, e ha riguardato un recluso ricoverato al Brotzu per le precarie condizioni di salute. I drammi si aggiungono a quello del poliziotto penitenziario in servizio nella casa di reclusione di Is Arenas, nel Sud Sardegna, che ieri si è tolto la vita nella propria abitazione.


“È paradossale che in un istituto nuovo come quello di Cagliari, possano ancora essere disponibili le bombolette di gas- rimarca Caligaris-. La notizia della morte dei due detenuti avviene poi in un momento molto particolare della casa circondariale, dove la presenza di persone con gravi patologie è ormai una costante”. Nel caso della persona morta in ospedale, “si è trattato di una complicazione imprevedibile in quadro diagnostico peraltro difficile- spiega Caligaris-. Per quanto riguarda invece l’uomo morto in cella, si ritiene che ancora una volta sia stata una condizione psicologica particolarmente fragile a indurlo a usare il gas”.


L’impegno assunto dalla Polizia penitenziaria per contrastare l’ingresso in carcere di sostanza d’abuso, rimarca l’esponente dell’associazione, “non è più sufficiente. La massiccia presenza di tossicodipendenti con problemi psichici genera uno stato di costante allerta, ma è evidente che in un istituto così grande e dispersivo è più facile riuscire a nascondere le sostanze e trovare poi il modo per farle circuitare. Occorre quindi trovare strumenti per una prevenzione più oculata e contemporaneamente favorire la presa in carico dei pazienti tossicodipendenti, specialmente quelli più fragili“.
Nell’esprimere cordoglio ai familiari dei detenuti, conclude Caligaris, “l’associazione è vicina anche alla famiglia dell’agente penitenziario suicidatosi ieri, ed esprime solidarietà all’intero Corpo”.


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