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Calenda: “Il Movimento 5 Stelle vuole la resa dell’Ucraina. Letta? Non ci risponde”

Il leader del Terzo polo attacca Conte dopo la proposta di una manifestazione per fermare la guerra: "Ne organizzeremo un'altra per sostenere Kiev"

Pubblicato:11-10-2022 12:31
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 13:12

carlo_calenda
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ROMA – “Abbiamo mandato a Letta una bozza di un piano per abbassare le bollette di luce e gas e lui non ha mai risposto, non so quindi come la vuole fare questa opposizione insieme. Come vuole farla, metafisica?”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, entrando al Senato per la registrazione.

L’esponente del Terzo polo ha anche commentato la volontà di Giuseppe Conte di organizzare una manifestazione per lo stop alla guerra in Ucraina: “La manifestazione del Movimento 5 Stelle non è per la pace ma per la resa dell’Ucraina e noi a una manifestazione di questo tipo non solo non partecipiamo ma ne opporremo un’altra per sostenere l’Ucraina. Anche in questo caso il Pd non si capisce cosa sia”.

CONTE: “SULL’UCRAINA NESSUNA AMBIGUITÀ MA NEGOZIATO PACE SCOMPARSO”

“Sull’Ucraina da parte nostra non c’è nessuna ambiguità. Solo una condanna della Russia, abbiamo condannato anche questi ultimi attacchi, e dato sostegno alla popolazione ucraina. Ma il problema è che è scomparso il negoziato di pace. Per questo auspichiamo una grande manifestazione nazionale sulla quale non vogliamo mettere il cappello. Vorremmo che tutti i cittadini partecipassero“. Lo ha detto il presidente M5S Giuseppe Conte entrando a Montecitorio.


CALENDA: “OPPOSIZIONE DURISSIMA SE MELONI TRASFORMA ITALIA IN POLONIA”

Calenda ha parlato anche della nuova legislatura che sta per iniziare dopo le elezioni del 25 settembre: “Noi vogliamo fare un’opposizione costruttiva. Ma se la Meloni vuole trasformare l’Italia nella Polonia, la nostra opposizione non sarà costruttiva ma sarà durissima, anche di piazza”.

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Poi, su Twitter, il leader di Azione ha anche detto la sua sul totoministri: “Paolo Scaroni è il maggior responsabile insieme a Berlusconi della nostra dipendenza dal gas russo. Nominarlo ministro dell’Energia equivarrebbe a metterci l’AD di Gazprom. Evitiamo”. Con tanto di tag alla premier in pectore Meloni.

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