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Sciopero generale dei sindacati di base, migliaia di persone in piazza in tutta Italia

Migliaia di persone in tutta Italia per protestare contro il governo Draghi nel giorno dello sciopero generale indetto da sindacati di base

Pubblicato:11-10-2021 13:48
Ultimo aggiornamento:12-10-2021 11:16
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MILANO – Cortei in tutta Italia per manifestare “contro il governo di Draghi e Confindustria” nel giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati di base. Migliaia di persone sono scese in piazza a Roma, Napoli, Torino, Milano, Genova, Cagliari, Firenze e Bologna. Al centro della protesta lo sblocco dei licenziamenti e l’obbligo del green pass per i lavoratori, che entrerà in vigore dal 15 ottobre. Ma l’attenzione è rivolta anche alla Cgil, dopo l’assalto di sabato scorso da parte di Forza Nuova alla sede nazionale del principale sindacato confederale italiano.

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NAPOLI, CORTEO ATTIVISTI: SCIOPERO CONTRO GOVERNO DRAGHI E CONFINDUSTRIA

E’ partito il corteo organizzato dai movimenti napoletani in occasione dello sciopero generale che si sta svolgendo in tutta Italia.
I manifestanti, dopo aver bloccato questa mattina gli accessi al Porto e all’autostrada, si sono dati appuntamento in piazza Mancini e si sono recati in corso Umberto I. In testa al corteo due striscioni che recitano “Contro governo Draghi e Confindustria Sciopero generale” e “No Aumento Luce e Gas, No Green pass, No licenziamenti”.

A GENOVA 3.000 IN PIAZZA PER LO SCIOPERO, MA IL CORTEO E’ DIVISO

Lo sciopero generale dei sindacati di base ha richiamato in piazza tremila genovesi, che stamattina si sono radunati davanti al terminal Traghetti. Al momento di partire, però, il corteo si divide. Una parte, guidata da lavoratori portuali, Si.Cobas e Usb segue il percorso annunciato lungo la sopraelevata, mentre gli altri, al grido di “no Green pass”, restano sulla viabilità ordinaria in via Milano, assieme a Cobas e Cub. Con loro anche il senatore ex pentastellato e ora dell’Alternativa c’è, Mattia Crucioli, e i rappresentanti locali di Italexit.

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Tra fumogeni e petardi, il corteo principale dello sciopero generale dei sindacati di base a Genova è arrivato sotto la sede locale di Confindustria. Il secondo ramo della manifestazione sta percorrendo viale Brigate Partigiane: i Cub dovrebbero unirsi alla manifestazione principale, mentre i no green pass dovrebbero proseguire in direzione della Prefettura.

A FIRENZE OLTRE MILLE A CORTEO DEI SINDACATI DI BASE

Sono oltre un migliaio le persone partite da piazza Puccini, a Firenze, per il corteo indetto nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cobas, Usb e dalle altre sigle del sindacato di base. Una protesta indetta “contro le politiche del governo Draghi e per chiedere che gli investimenti del Pnrr siano dirottati sui servizi, sulla sanità e i trasporti, piuttosto che sulle grandi opere”, spiegano i sindacalisti.

Che, prima ancora di mettersi in cammino per piazza Adua, accanto alla stazione Santa Maria Novella dove è previsto l’arrivo, mandano “un abbraccio e un pensiero ai compagni e alle compagne della Cgil”, dopo l’assalto alla Camera del lavoro di Roma. “Siamo diverse sigle, veniamo da tante realtà, ma c’è una posizione unica che attraverso il corteo da cima a fondo: siamo tutti antifascisti. L’aggressione squadrista di Roma è stata vergognosa. I fascisti tornino nelle fogne, non c’è posto per loro a Firenze, nelle città, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro”, dicono i promotori dando il via alla manifestazione.

In corteo ci sono anche gli operai della Gkn, che tornano a chiedere alla Cgil la proclamazione dello sciopero generale “perché crediamo che l’antidoto a quello che è successo alla Camera del lavoro di Roma, sia la mobilitazione. Ben venga la manifestazione del 16 ottobre contro l’attacco fascista, ma serve anche tornare a scioperare sui temi del lavoro”. Anche la partita sulla legge anti delocalizzazioni “che abbiamo proposto in Parlamento non si sblocca senza mobilitazione”, osserva Matteo Moretti della Rsu dello stabilimento di Campi Bisenzio e del Collettivo di fabbrica.

COBAS FIRENZE: AZIENDE PAGHINO TAMPONI A LAVORATORI

“Il green pass è un mezzo per mettere i lavoratori uno contro l’altro”. E con l’obbligo del certificato verde nei luoghi di lavoro, attivo da metà ottobre, “chiediamo che i tamponi siano a carico delle aziende, visto che si tratta di un dispositivo per la sicurezza. Forse in questa maniera si potrebbe risolvere il conflitto che stanno cercando di creare tra i lavoratori”. Lo spiega Alessandro Nannini, dei Cobas Firenze, nel corso della manifestazione che accompagna lo sciopero generale indetto dalle sigle del sindacato di base.

E mentre alcuni, nel corteo arrivato in piazza Adua, cantano “il green pass non lo vogliamo”, Stefano Cecchi, dell’Usb Firenze, osserva: “Il 15 ottobre scoppierà un casino. Ci sono 3,5-4 milioni senza green pass. Noi abbiamo fatto una grande battaglia per il vaccino per tutti, perché volevamo cancellare i brevetti”, tuttavia “il problema sta sulla costrizione del certificato, che è un argomento estremamente difficile. Ma il problema di fondo è questo: perché il governo non ha avuto il coraggio di introdurre la vaccinazione obbligatoria? E’ questa la domanda che va rigirata ai politici, ad una classe politica incompetente”.

CORTEO A BOLOGNA: “SINDACATI CONFEDERALI PARTE DEL PROBLEMA”

Sindacati in piazza a Bologna per lo sciopero generale proclamato a livello nazionale dalle sigle di base, per tutti i settori pubblici e privati. Una giornata di protesta “contro il governo Draghi, contro Confindustria e tutti gli altri imprenditori e anche per dire che è possibile costruire un’alternativa ai sindacati confederali che in questo momento non sono parte della soluzione del problema ma parte del problema“, afferma Tiziano Loreti dei Si Cobas, uno dei sindacati che hanno promosso il corteo regionale di Bologna insieme a Sgb, Cobas, Usi-Cit, Usb e Adl Cobas.

I manifestanti si sono riuniti in piazza dell’Unità e poco fa sono partiti in corteo su via Bolognese con l’intenzione di raggiungere piazza Maggiore. Oggi si sciopera “contro i licenziamenti che anche nella nostra città sono stati innumerevoli. In poco tempo hanno chiuso cinque magazzini lasciando a casa piu di 200 persone“, sottolinea Loreti mentre la manifestazione si avvia e nelle prime file del corteo sventola uno striscione dedicato alla vertenza Logista.

Ma quello di oggi vuole anche essere “l’avvio di un nuovo percorso virtuoso per fare una sponda a quei lavoratori che oggi sono mal rappresentati dai sindacati confederali e sono senza casa”, aggiunge Loreti, per aprire “un nuovo ciclo di lotte e di conflitto nel Paese”.

Sempre nell’ambito della giornata di sciopero, Asia-Usb segnala di aver occupato stamattina un alloggio Erp in via Zampieri: restituiamo alla cittadinanza uno dei tantissimi appartamenti Acer vuoti da anni”, scrive sui social il sindacato. È la seconda occupazione a Bologna dopo l’elezione del nuovo sindaco Matteo Lepore: la prima, annunciata come iniziativa temporanea di 24 ore, è scattata sabato all’ex caserma Sani dopo la biciclettata lanciata dalla rete D(i)ritti alla città.

PROTESTA SINDACATI BASE A CAGLIARI: NO FASCISMO E GREEN PASS

“Diritti, salario e dignità”. E ancora: “No al fascismo e no al green pass”. Anche a Cagliari lavoratori, docenti e studenti sono scesi in piazza questa mattina per aderire alla sciopero generale indetto da Cobas, Usb e tutto il sindacalismo di base. Circa 200 persone si sono riunite in piazza Garibaldi, da qui il corteo ha ha sfilato in via Roma, davanti al Consiglio regionale, per poi raggiungere piazza del Carmine per il sit-in dove hanno preso la parola i vari rappresentanti dei sindacati.

“Questa è una giornata storica- spiega Enrico Rubiu, Usb Sardegna- dopo tanto tempo è stato indetto uno sciopero unitario con tutto il sindacalismo di base e conflittuale. Uno sciopero che vuole unire tutte le lotte, quelle che riguardano i lavoratori del pubblico e del privato, della sanità e degli enti locali”. Questo, rimarca Rubiu, “è un sciopero politico contro il governo di unità nazionale, dei cosiddetti migliori, voluto fortemente dalle banche e dall’Unione europea, in generale da un sistema economico che non ha a cuore il benessere dei cittadini”. Due giorni fa, prosegue Rubiu, “abbiamo tutti assistito all’attacco fascista contro la sede nazionale della Cgil: noi siamo antifascisti militanti, e diamo la nostra solidarietà al sindacato. Ma solo per questo: la Cgil dovrebbe riflettere, perché da 30 anni i sindacati confederali tolgono diritti ai lavoratori, firmando contratti a perdere che aumentano la precarietà. Perché hanno paura del salario minimo, che esiste in Francia e Germania?”.

Infine un passaggio sul green pass: “Lo Stato deve avere il coraggio di rendere obbligatoria la vaccinazione, non si può introdurre il green pass surrettiziamente. Noi non ci stiamo- scamdisce Rubiu-, stanno scaricando tutto sulla pelle dei lavoratori e dell’individuo. Se lo Stato ha davvero a cuore i suoi cittadini, dovrebbe poi pagare chi si è ammalato a causa dei vaccini”.

Sottolinea Nicola Giua, Cobas Scuola Sardegna: “Questo governo non sta dando risposte ai problemi sociali che esistono in Italia, ha fatto una norma con la quale si riaprono le possibilità di licenziare. Di fatto la crisi dettata dal covid la stanno pagando i lavoratori e le lavoratrici, che finora hanno ricevuto briciole”. Nella scuola, prosegue Giua, “non è stato fatto nulla: abbiamo ripreso le lezioni con organici ridotti e classi sempre più piene, non è stato fatto un intervento serio sui trasporti e sull’edilizia. Siamo poi l’unico Paese al mondo che ha scelto il green pass con queste modalità, questo è un ricatto verso un obbligo vaccinale mascherato. Lo Stato deve assumersi la proprie responsabilità, le spese di tamponi non possono ricadere sui lavoratori, è inammissibile”.

A TRIESTE SINDACATI BASE IN PIAZZA: SOLIDARIETÀ A CGIL

Non un centesimo è stato dato alla sanità dopo la pandemia, si continua a tagliare sulla scuola, sui servizi. Si vogliono regalare i soldi del Recovery fund alle imprese. Contro il governo Draghi, servo di Confindustria, al servizio dei padroni”. Con questo spirito è iniziato il corteo organizzato a Trieste da Usb, Cobas e Usi, in occasione dello sciopero nazionale dei sindacati di base.

Un migliaio di persone radunatesi alla partenza in piazza Goldoni, per protestare sia contro il governo, sia contro il green pass, strumento contestato, evidenzia il segretario provinciale Usb, Sasha Colautti, “perché non garantisce la sicurezza sul lavoro, ma è diventato uno strumento di minaccia, perché per vivere si deve lavorare”. Il governo, soprattutto nella prima parte, “ha gestito la pandemia in modo pessimo, non tutelando la salute dei lavoratori, e lasciando che si contagiassero nelle fabbriche- evidenziano i sindacalisti-, per favorire i profitti delle grandi aziende, in particolare poi delle multinazionali del farmaco”.

Nonostante la presenza di un piccolo gruppo di no-pass e no-vax tra il migliaio di partecipanti, la manifestazione ha chiarito sin dall’inizio il suo carattere antifascista e ha espresso piena solidarietà alla Cgil, nonostante le divergenze sindacali. Una netta presa di distanza anche dai cortei no-pass e no-vax delle settimane scorse a Trieste, e in programma anche oggi dalle 15. Ma che lo spirito fosse diverso lo si capiva anche anche dal servizio d’ordine assicurato dall’Usb che si è premurato che non ci fosse alcuna tensione tra forze dell’ordine e i manifestanti, tra i quali una nutrita rappresentanza di anarchici, e nessuna minaccia a istituzioni o parola offensiva alla stampa, come invece era avvenuto con i cortei no-vax.

Il corteo si è fermato davanti al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia in piazza Oberdan e poi -punto più delicato- in piazza Casali, davanti alla sede di Confindustria. Entrambi protetti sia dal cordone Usb sia da uno più consistente di militari, così la “tappa” si è conclusa con parole dure e slogan contro Confindustria e governo. Il corteo è poi transitato con ordine attraverso il centro, terminando al punto di partenza in piazza Goldoni.

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