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VIDEO | 50 orsi marsicani a Montecitorio, Wwf: “Scongiurare l’estinzione”

Cinquanta orsi marsicani hanno invaso pacificamente piazza Montecitorio per chiedere alle istituzioni di lavorare per il loro futuro, scongiurando il rischio di estinzione

Pubblicato:11-10-2019 12:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:49

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ROMA – Cinquanta orsi marsicani hanno invaso pacificamente piazza Montecitorio per chiedere alle istituzioni di lavorare per il loro futuro, scongiurando il rischio di estinzione. Il numero di orsetti di cartapesta che hanno animato la piazza davanti alla Camera dei deputati non è casuale, visto che corrisponde al numero, stimato, di esemplari rimasti. L’azione del Wwf, che ha deciso di dedicare il mese di ottobre all’orso marsicano e che ha lanciato la campagna orso 2×50 per raddoppiare la popolazione di orsi marsicani entro il 2050, ha lo scopo di chiedere alle istituzioni interventi concreti e risorse per scongiurare il rischio di estinzione, in coerenza con le azioni a tutela della biodiversità previste dal green new deal del governo.

Marco Galaverni, responsabile specie e habitat Wwf: “Chiediamo una legge speciale per istituire la rete ecologica dell’Appenino a tutela dell’area dell’orso; chiediamo alle regioni che istituiscano aree contigue nei parchi nazionali e mettano a disposizione risorse per la prevenzione dei danni da orso; chiediamo che mettano in sicurezza le infrastrutture che ogni anno mietono vittime tra gli orsi. Comuni, parchi, tutti devono fare la loro parte se vogliamo garantire un futuro a questa specie simbolo della natura d’Italia ma purtroppo a rischio estinzione”.


L’ORSO BRUNO MARSICANO

L’orso bruno marsicano (ursus arctos marsicanus) è una sottospecie di orso bruno unica al mondo, che vive solamente in Italia, tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Majella e le aree appenniniche limitrofe. Più piccolo del ‘cugino’ alpino ed europeo, ed adattato dopo secoli di isolamento ad una stretta convivenza con l’uomo, recenti studi ne hanno confermato l’unicità genetica, ecologica e comportamentale. Sembra infatti che la coesistenza millenaria con l’uomo e le sue attività abbiano addirittura plasmato il comportamento particolarmente mansueto di questi orsi. Purtroppo questa relitta popolazione conta oggi solamente poco più di 50 esemplari, è considerata “in pericolo critico” dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura)e rischia l’estinzione. Negli ultimi 25 anni sono stati rinvenuti morti 43 orsi, di cui il 40% per bracconaggio diretto (avvelenamento, arma da fuoco e lacci), il 25% per cause accidentali legate all’uomo (investimenti stradali e ferroviari e annegamento in vasche artificiali), il 14% per patologie (spesso trasmesse dal bestiame non controllato al pascolo e da cani vaganti) ed il 5% per aggressione diretta di cani. Questi dati sottolineano come quasi l’85% dei casi di mortalità nella popolazione di orso negli ultimi decenni siano responsabilità diretta o indiretta dell’uomo.

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