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Cartabellotta (Gimbe): “Nostro Ssn e’ un 40enne malato”

[video width="1280" height="720" mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2018/10/cartabellotta-40-anni_sito.mp4" poster="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2018/10/cartabellotta.jpg"][/video] SAINT VINCENT (AO) - Quattro patologie ammalano il nostro Servizio Sanitario Nazionale: il taglio dei finanziamenti, accompagnato

Pubblicato:11-10-2018 14:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:40
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SAINT VINCENT (AO) – Quattro patologie ammalano il nostro Servizio Sanitario Nazionale: il taglio dei finanziamenti, accompagnato all’estensione dei livelli assistenziali, gli sprechi a tutti i livelli e l’espansione sregolata delle assicurazioni sanitarie. Lo afferma, in occasione del 51esimo Congresso Nazionale Sumai in corso a Saint Vincent (Aosta), Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che attraverso il suo Osservatorio pubblica annualmente un rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
“Con il Terzo rapporto Gimbe che abbiamo presentato al Senato- spiega Cartabellotta- abbiamo definito il SSN un ‘quarantenne con multimorbidità’ perché oggi il Servizio Sanitario Nazionale nonostante rappresenti ancora un modello internazionale di equità e solidarietà rispetto alle prestazioni offerte comincia a soffrire di una serie di patologie. Noi sostanzialmente ne abbiamo identificate quattro- continua il presidente della Fondazione Gimbe- la prima è caratterizzata dall’imponente definanziamento pubblico che ha colpito il Servizio Sanitario Nazionale a partire dalla crisi. Teniamo conto che dal 2010 al 2018 con i tagli dei finanziamenti il servizio sanitario ha perso 40 miliardi di euro, una cifra imponente. Parallelamente- spiega Cartabellotta- l’anno scorso abbiamo avuto la pubblicazione del decreto sui nuovi Lea che è stato una conquista politica ma sta rimanendo un’illusione collettiva, perché nel momento in cui finanziamento pubblico si è ridotto abbiamo espanso le potenziali tutele per i cittadini e questo ovviamente non rende sostenibile il sistema”.
“Poi- prosegue il presidente- c’è una terza patologia che viene dall’interno che è quella degli sprechi e delle inefficienze: i soldi sono pochi ma ancora in alcune regioni ci sono sprechi e inefficienze che si annidano a tutti livelli, dal politico all’organizzativo, al professionale e a quello anche indotto dai pazienti che oggi vogliono tutto e subito aumentando il consumismo sanitario. Infine- conclude- c’è una quarta patologia che è quella dell’espansione incontrollata del ‘secondo pilastro’ ovvero l’intermediazione assicurativa finanziaria, che negli ultimi anni sta proponendo una serie di soluzioni a suo modo per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale che è definanziato. Questo secondo pilastro si stanno a tra annidando tra le pieghe delle criticità della sanità pubblica e invece di essere un pilastro di salvataggio rischia di essere un pilastro di affondamento”.

CARTABELLOTTA (GIMBE): “SERVONO 4 MLD MA NON SARANNO IN MANOVRA”



“Ci vogliono maggiori investimenti nel servizio sanitario pubblico, il conto è di 4 miliardi. Al momento abbiamo solo la garanzia del miliardo in più rispetto al 2017 che era stato stanziato dalla precedente legislatura. La nostra impressione è che visto l’enorme debito pubblico che presenta la manovra, peraltro già bocciata in varie sedi istituzionali, non possa trovare spazio e la sanità nemmeno quest’anno”. Cosi’ Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo in occasione del 51esimo Congresso Nazionale Sumai, in corso a Saint Vincent (Aosta).
“Un miliardo serve per i rinnovi contrattuali- spiega Cartabellotta- un altro miliardo per lo sblocco delle assunzioni. Oggi abbiamo una quantità di personale limitato dal punto di vista quantitativo anche rispetto alle normative europee. Ci vuole- aggiunge- un incremento delle borse di studio sia per la specializzazione che per la medicina generale, quest’ultima pare che sia già andata in porto. Bisogna sbloccare i nuovi Lea- continua il presidente della Fondazione Gimbe- perché i nomenclatori tariffari sono ancora in ostaggio al ministero dell’Economia e Finanza per mancata copertura finanziaria. Ci sarebbe il superticket da abolire che costa circa 400 milioni di euro”.

CARTABELLOTTA (GIMBE): “BENE SINDACATO, NO A DESERTIFICAZIONE”



“Una riorganizzazione del servizio sanitario pubblico come quella auspicata da Sumai, assieme a tutte le modalità che spostano sul territorio una quota della spesa sanitaria, sono fondamentali”. Lo dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo in occasione del 51esimo Congresso Nazionale Sumai in corso a Saint Vincent (Aosta). “Oggi- spiega Cartabellotta- assistiamo a un utilizzo improprio dell’ospedale che deve essere veramente utilizzato per patologie acute. Il vero problema è che noi a fronte di eccellenze ospedaliere, in particolare al Centro-Nord abbiamo la desertificazione dei servizi territoriali. Soprattutto nel Centro Sud si impongono quindi delle proposte che vengono dalle organizzazioni professionali che possono permettere in qualche maniera di assistere sul territorio una quota importante di pazienti cronici senza spostarli necessariamente in presidi ospedalieri più costosi”.
“Ci sono però di mezzo una serie di criticità- avverte Cartabellotta- tra cui i 21 servizi sanitari che non sempre sono d’accordo a riorganizzare i servizi in relazione alle proposte dei professionisti quindi è importante anche una grande opera di mediazione al livello della Conferenza Stato-Regioni”. “Se non si agisce- aggiunge infine il presidente della Fondazione Gembe- non ci sarà un collasso improvviso ma assisteremo a un lento declino, in particolare nelle regioni del Sud che in conseguenza delle attuazioni del piano di rientro hanno avuto un approccio prevalentemente economicistico ma non sono state aiutate a costruire i servizi per cui ci sarà uno spostamento senza sempre maggiore verso le strutture private”.


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