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Roma, domani inaugura la mostra ‘Human landscape’ di Roberto Di Costanzo

Dopo la mostra nel 2015, Roberto Di Costanzo torna tra le mura della Galleria 28

Pubblicato:11-10-2017 08:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:46

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ROMA – Segni, tratti, identità, attraverso tecniche miste, tra gessetti e chine. Un panorama di emozioni espresse dal corpo, con il corpo, per il corpo. Fisici senz’anima e anime senza fisico, corporeità che si muovono tra realtà e sogno, bellezze approssimative ma che si definiscono collegandosi alla propria quotidianità. Un corpo che diventa paesaggio dell’anima, un’anima che si sublima nella sua frammentarietà. Tutto questo è la mostra di Roberto Di Costanzo ‘Human landscape’, curata da Francesca Anfosso, che inaugurerà domani (giovedì) alle 19 nella Galleria 28, in piazza di Pietra a Roma, e sarà visitabile sino a metà novembre.

L’ingresso è gratuito. Le opere, una ventina in tutto, di varie grandezze, sono distribuite su due livelli: al primo si concentreranno gli elementi ‘human’, tra sguardi, mani e corpi, mentre al secondo prevale la parte ‘landscape’, con un forte richiamo ad elementi architettonici e urbani.



“Dopo la mostra nel 2015, Roberto Di Costanzo torna tra le mura della Galleria 28– spiega la titolare della galleria Francesca Anfosso-. E lo fa in grande forma, con un’esposizione che coniuga il vecchio e il nuovo, la ricerca e la conferma, tra nuovi soggetti e un excursus del vissuto, stilistico e artistico, del giovane artista”. Per l’artista, docente di anatomia artistica e ritrattista, il corpo è uno strumento indagatorio, custode dell’anima, metafora di un sentire più aulico non sempre visibile.

I dettagli anatomici vengono per la prima volta descritti su notevoli formati, esaltano espressioni interiori del sentire a ricreare un paesaggio di occhi, mani, piedi. “Non solo dettagli anatomici in grandi dimensioni- aggiunge l’artista- ma anche una forte attenzione nei confronti dell’architettura, perché è lì che si muove l’uomo”. Nel secondo piano, infatti, incontriamo una installazione che simula il suo cabinet d’artiste e la sua provenienza accademica, attraverso disegni preparatori, incompiuti, progetti e libri, con soggetti che raccontano la sua Roma.

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