NEWS:

Marocco, l’ambasciatore Abouyoub: “Il nostro partito ‘Islamista’ è come la vostra Dc” /VD

L'ambasciatore del Regno del Marocco in Italia intervistato, dall'agenzia Dire, all'indomani delle elezioni nel paese nordafricano

Pubblicato:11-10-2016 15:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:09

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

hassan_abouyoub1

ROMA – “Il nostro partito ‘islamista’ è molto simile a quello che rappresentò per l’Italia la Democrazia cristiana”. Lo spiega Hassan Abouyoub, ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, intervistato dall’agenzia Dire all’indomani delle elezioni legislative che sabato si sono concluse nel paese nordafricano per il rinnovo del governo e della Camera dei Rappresentanti. Dei 30 partiti in lizza, è stato riconfermato alla guida quello uscente di Giustizia e sviluppo (Pjd), il cui orientamento islamista ha attirato in modo particolare l’attenzione dei media, a volte preoccupati che tale aggettivo si sovrapponga a fenomeni come il radicalismo, l’oscurantismo, e addirittura il terrorismo.

“Non ho mai sentito questo partito definirsi ‘islamista’- spiega Abouyoub – soprattutto perché da sempre in Marocco la legge tiene la religione fuori dall’ambito politico, e viceversa. Solo i media occidentali lo hanno impiegato. In campagna elettorale– aggiunge ancora l’Ambasciatore- è proibito utilizzare qualsiasi simbolo che evochi appartenenze confessionali”. In Marocco la maggioranza della popolazione è musulmana, ma sono molto ampie e storicamente integrate anche le comunità di cristiani ed ebrei. Quindi, “dire che questo partito è islamista è anticostituzionale.


Il suo programma e la sua ideologia- sottolinea- sono molto simili come modello a ciò che era la Democrazia cristiana in Italia”. Tornando al tema di queste ultime elezioni, “è rarissimo che una coalizione, dopo un mandato di 5 anni, riesca non solo a rinnovare il vincolo di fiducia col proprio elettorato ma anche aumentare i propri seggi in Parlamento”. Pertanto, “il 7 ottobre è stata una giornata importante per la storia politica del Marocco: tutto si è svolto in un clima di grande serenità, e il popolo marocchino ha dimostrato una grande maturità. Dobbiamo tuttavia sottolineare l’alto numero di astensioni– solo il 43% dei 16 milioni di aventi diritto si sono recati alle urne, ndr- e il crollo dei partiti tradizionali. Questo significa che il popolo ha bisogno di un’offerta politica nuova” osserva in conclusione il rappresentante di Rabat, sottolineando però che, guardando al modo in cui tutto si è svolto, “ha vinto la democrazia“.


COOPERAZIONE, UNICA ARMA AL TERRORISMO

L’Africa al suo interno è minacciata da molti gruppi terroristici, che a volte riescono ad ‘esportare’ all’estero le proprie ideologie e ‘suggerire’ azioni sanguinose. Il Marocco in questo agitato contesto mantiene una certa stabilità, – prosegue – questo è possibile grazie al fatto che “da anni il Marocco investe in sicurezza”, puntando sulla combinazione di tre fattori che lui stesso definisce “pilastri”: “prevenzione, anticipazione e collaborazione coi paesi amici”.

La prevenzione guarda soprattutto al contrasto al radicalismo negli ambienti in cui si pratica l’islam: “lo stato, sotto la guida del re, ha fatto in modo che si esercitasse un certo controllo del messaggio trasmesso sia nelle moschee che nelle scuole.

La violenza non viene tollerata“. Il secondo meccanismo cerca di anticipare eventuali atti terroristici, monitorando con molta attenzione sia ciò che accade all’interno, che all’estero.

Ultimo punto, la cooperazione con gli altri paesi: “ci troviamo davanti a un pericolo multiforme, che non ha indirizzo né territorio, quindi per contrastarlo resta un’unica via: la collaborazione”. L’ambasciatore cita un’iniziativa utile in questo senso: l’apertura delle Scuole di formazione per Imam – le guide spirituali nell’islam – a studenti provenienti da altri paesi africani.

Altre sedi sono state aperte anche in Europa, e ovunque l’islam sunnita venga praticato. Per Abouyoub sono importanti per far sì che l’imam “al di là del suo mandato spirituale, sia una persona educata e aperta alla realtà dei paesi in cui l’islam non è la religione prevalente”.


di Alessandra Fabbretti, giornalista

 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it