FIRENZE – Un’altra tegola si abbatte sull’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia, e fino a pochi giorni fa candidato in pectore nel collegio pratese, Claudio Belgiorno. La procura di Prato ha chiuso le indagini preliminari per il caso rimborsi. Nei suoi confronti, la magistratura ipotizza il reato di truffa ai danni del Comune, condotta che sarebbe stata perpetrata fra settembre e novembre 2021. In qualità di consigliere comunale, questa l’ipotesi degli inquirenti, Belgiorno avrebbe indotto in errore l’amministratore unico della Mi Piace Eventi srl, azienda che lo aveva assunto, attestando- in maniera falsa- di aver partecipato alle riunioni di gruppo consiliare del partito Fratelli d’Italia. Queste le risultanze delle investigazioni condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Prato. L’emergere di questa ‘vecchia’ vicenda si somma alle gravi vicende emerse di recente: nei giorni scorsi, Belgiorno è stato indagato (e perquisito) perchè accusato di concorso continuato in diffamazione e diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (revenge porn) ai danni di Tommaso Cocci, ex capogruppo in Comune a Prato e candidato in pectore alle Regionali. Indagato, con Belgiorno, anche Andrea Poggianti, vicepresidente di centrodestra del consiglio comunale di Empoli.
LE ACCUSE DELLA PROCURA: 1.200 EURO DI RIMBORSI INDEBITI
A non tornare alla procura è nello specifico una prima riunione di due ore dichiarata il 7 giugno 2021, quando in realtà il consigliere sarebbe stato in vacanza in Sicilia; altri quindici incontri, sempre della durata di due ore, sono stati poi riportati fra il primo e il 31 agosto del medesimo anno. Ma, anche stavolta, il gruppo consiliare non si sarebbe riunito.
In tal modo, scrive il procuratore Luca Tescaroli, il consigliere “avrebbe indotto in errore il proprio datore di lavoro, così inducendolo a porre in essere degli artifici e raggiri, consistiti nel presentare al Comune di Prato una richiesta di rimborso di 32 ore per attività politica in realtà non eseguita“. Il prodotto finale di questo comportamento è stata quindi l’erogazione da parte dell’ente locale di 1.200 euro di rimborso, qualificato a questo punto come “ingiusto profitto”, poiché maturato in ore nelle quali Belgiorno “non era sul posto di lavoro, né effettuava attività politica”, circostanza che ha procurato un danno equivalente alle casse comunali.
(La foto di Belgiorno è tratta dal sito del Comune di Prato)







