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A cura di Maurizio Papa e Andrea Sangermano
ROMA – A Bologna si tengono oggi i funerali di Fallou Sall, il 16enne morto la scorsa settimana a causa di una coltellata sferrata da un ragazzo di un anno più grande in via Piave. Prima delle esequie, al cimitero di Borgo Panigale a metà mattinata, dalle 9.30 è stata aperta la camera ardente in Certosa e da subito molte persone si sono messe in fila per l’ultimo saluto a Fallou e portare la propria vicinanza ai genitori e agli altri familiari presenti.
Tra loro diversi cittadini del quartiere Borgo Panigale-Reno (dove vive la famiglia) e soprattutto moltissimi ragazzi e ragazze, quasi tutti in t-shirt nera. Sul ‘santino’ con la foto del ragazzo c’è la scritta “Pace e amore per tutti”. All’ingresso della camera ardente, una strofa de “La libertà” di Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”. All’interno la bara è ancora aperta e Fallou è vestito con i paramenti islamici. Tra le tante corone di fiori, quella del Belluzzi (la scuola che frequentava) e quella del Comune.
Oggi “si vede la Bologna di oggi e quella di domani e questo è molto importante”. Lo afferma l’assessore comunale alla Scuola, Daniele Ara, arrivato in Certosa indossando la fascia tricolore. “Una tragedia immane”, la definisce Ara, aggiungendo che ora “anche in memoria di Fallou dobbiamo ragionare molto sulla distanza che in questa fase della storia esiste tra le persone e le generazioni e sull’incapacità di dialogare e affrontare i nostri conflitti in maniera umana e civile”.
I servizi del Comune “sono in contatto costante con le scuole e questo malessere è segnalato da anni, aggravato ancora di più dal Covid che ha creato in molti adolescenti una frattura nella capacità di relazionarsi con gli altri molto grande”, sottolinea Ara. Allo stesso tempo, “c’è malessere anche nelle famiglie e nei genitori che spesso faticano a chiedere aiuto. Noi come adulti dobbiamo fare una grande alleanza innanzitutto tra noi e poi con i ragazzi perché vanno colti dei segnali”, prosegue l’assessore.
Applauso per Fallou Sall all’uscita del feretro dalla camera ardente allestita oggi in Certosa per il 16enne morto la scorsa settimana, a Bologna, per una coltellata inferta da un altro minorenne. Alla camera ardente si è visto anche l’altro ragazzo ferito nella rissa di via Piave, che si è trattenuto qualche minuto con il nonno di Fallou insieme ad altri amici. Impossibile non notare una certa tensione nell’aria, testimonianza anche dal fatto che alcuni dei ragazzi presenti hanno dimostrato di non gradire le telecamere. Sul posto anche un presidio delle Forze dell’ordine. Chiusa la camera ardente, le esequie si terranno alle 11,30 al cimitero di Borgo Panigale. Dall’ingresso si muoverà una piccola processione verso il Campo islamico. Ai funerali parteciperà da Modena anche la squadra dei Vipers, con cui Fallou giocava a football americano, accompagnata dalla vicesindaca Francesca Maletti.
La morte di Fallou sia “una lezione per tutti i nostri giovani”. È l’auspicio di Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii e della comunità islamica di Bologna, in visita questa mattina in Certosa alla camere ardente del 16enne accoltellato a morte da un coetaneo la settimana scorsa in via Piave, a Bologna. Lafram spiega di essere stato ieri pomeriggio a casa della famiglia di Fallou, trascorrendo coi genitori e i parenti del ragazzo alcune ore. “Le loro parole sono state più che eloquenti- riporta Lafram- Fallou non c’è più, ma oggi serve parlare ai ragazzi. Che la sua morte sia una lezione per tutti loro, perché vediamo che c’è una disattenzione da parte dei ragazzi su ciò che davvero conta nella vita. La famiglia è molto consapevole del problema e la loro reazione è stata anche propositiva. Ho percepito dolore ma anche il senso di salvare qualcuno. Come dire: nostro figlio non c’è più, ma salviamo gli altri”.
Quelli dei genitori di Fallou, continua Lafram, “sono buoni intenti, per stimolare le istituzioni, con un intervento interdisciplinare, che possa aiutare i ragazzi a trovare la strada giusta. La violenza non è la risposta al disagio giovanile, bisogna far capire ai ragazzi ciò che davvero conta e cioè la famiglia, i valori e la comunità. Questi sono i punti cardine di qualunque intervento si voglia fare nei confronti di questi adolescenti”.
La morte di Fallou, dice ancora il presidente Ucoii, è “terribile” e ha “segnato l’inizio di un incubo per la famiglia, la città, la comunità islamica e senegalese. C’è grande dolore, parliamo di una violenza gratuita che ha tolto la vita a un ragazzo e che ha segnato una tragedia per tutti”.
Lafram invita quindi a “riflettere tanto sulla generazione di adolescenti che sta crescendo. È un problema che riguarda tante città e che non possiamo far finta di non vedere. Bisogna affrontare la violenza giovanile lavorando sulla prevenzione, partendo dalle scuole”. La stessa comunità islamica, assicura il suo presidente, è impegnata in questo con i suoi imam e le sue guide religiose. “Sappiamo che c’è un problema che affrontano tutte le famiglie e che ci sono conflitti intergenerazionali che non si possono negare- continua Lafram- i nostri imam cercano di avvicinare i ragazzi e le famiglie, facendo capire il valore e la sacralità della vita. Molti ragazzi non si rendono conto di cosa significa”. Per il presidente Ucoii, c’è “un vuoto di valoriale che va colmato e qui non serve solo l’intervento delle famiglie, ma anche delle scuole e delle istituzioni”.
E’ il momento in cui “imparare la lezione che Fallou ci sta dando, una lezione diversa per ciascuno noi e quindi sta a noi riflettere sulla nostra vita, sulla nostra esistenza, sul nostro operato e capire cosa ci sta dicendo la dipartita di Fallou. Noi siamo qui a piangere e ci sentiamo tristi, è giusto così perche siamo essere umani e persone, ma crediamo nel destino di Dio e di Allah che ha voluto richiamare a sé Fallou” e allora “non possiamo assolutamente essere contrari al volere di Allah di Dio”. Sono le parole pronunciate da Yassine Lafram, presidente della Comunità islamica di Bologna e dell’Ucoii, nel corso della cerimonia funebre per Fallou Sall che si sta svolgendo al cimitero di Borgo Panigale. Lafram si rivolge poi direttamente ai coetanei del 16enne ucciso la scorsa settimana in via Piave, colpito dalla coltellata sferrata da un 17enne: “Ragionate, meditate, riflettete, cercate di capire il vero valore di questa vita fugace ed effimera, che ti dà e ti toglie, che se non viene vissuta con valori e principi poi ti tradisce, ti pugnala alle spalle. Quindi diamo il giusto valore a questa vita”.
La lezione più importante “è quella che ho sentito dai genitori di Fallou”, continua Lafram, “sono rimasto molto colpito dalla loro forza e dal loro senso di responsabilità” e “quello che sto dicendo è quello che loro mi hanno trasmesso”. Mao, il padre, “è preoccupato per i giovani, gli amici e i compagni di Fallou”, lui “in questo momento si sente il papà di tutti voi- dice Lafram- e vorrebbe dirvi quello che sto dicendo io”. Chi davvero vuole onorare la memoria di Fallou”impari questa lezione, una lezione dura e cruda perché ci è costata la vita di Fallou”. E poi: “Chi vuole bene a Fallou preghi per lui, questo vuole il morto”, ammonisce Lafram.
La città “può andare avanti solo con la coesione”, sottolinea il presidente della Comunità islamica, “evitiamo altre situazioni e tragedie di questo genere”. E ancora ai ragazzi: “Riflettete, voi che avete ancora la possibilità di farlo, Fallou non può più”. La vita dà anche sberle e “questa è una grande sberla che stiamo prendendo tutti noi”, aggiunge ancora Lafram.
Alla cerimonia, segnala sempre Lafram, partecipano anche familiari e conoscenti arrivati da fuori regione (da Fano in particolare), dalla Francia e da altri Paesi. Presenti il sindaco Matteo Lepore e la vicesindaca di Modena, Francesca Maletti, entrambi in fascia tricolore, il questore Antonio Sbordone e i rappresentanti della comunità senegalese.
Durante la processione dall’ingresso del cimitero al Campo islamico, la madre di Fallou ha consolato alcuni ragazzi in lacrime, che hanno accompagnato il feretro intonando una preghiera di ringraziamento ad Allah. Il padre, dopo aver gettato la prima manciata di terra sulla bara, ha avuto un mancamento. La conclusione dell’inumazione è stata accolta da un applauso, che si è ripetuto quando il sindaco Lepore ha depositato un fiore bianco sulla tomba.
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