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F1, Gp Italia: Verstappen sfila a Monza, Leclerc si arrende (anche alla Safety)

La rimonta di Sainz si ferma al quarto posto

Pubblicato:11-09-2022 17:35
Ultimo aggiornamento:12-09-2022 17:43

VERSTAPPEN
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(Foto credits Peter Fox/Getty Images – Red Bull Content Pool)

ROMA –  Fuga da Verstappen non riuscita. Il Mondiale 2022 è la prigione degli altri. Nemmeno Monza, con tutta la retorica istituzionale del Gp d’Italia – la combo Frecce Tricolori-Bocelli-Mattarella – scongiura l’incantesimo Red Bull. L’olandese aveva dominato a casa sua, replica in casa d’altri nel centenario del circuito per la sua prima volta, ospite quasi ineducato.

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Vince lui, vince sempre lui. Tra i fischi del pubblico mentre una Safety Car verde accompagna al traguardo il gruppone privando lo show dei suoi quattro giri finali. Leclerc si tiene il suo sabato del villaggio, la pole e quelle promesse di festa puntualmente negate poi alla domenica. La rimonta di Sainz si ferma all’ultimo scatto: dalla 18esima posizione al quarto posto. Non c’è corsa ad handicap che tenga. Puoi metterlo in fondo alla griglia, in mezzo, magari di lato, Verstappen. Puoi incastrare il puzzle di penalità e tempi quanto vuoi, magari per ore. Ma il campione del mondo ricomporrà la sua gara come un cubo di Rubik, giocando al gatto col topo fino a strappare la bandiera a scacchi a morsi.

Dura dieci minuti scarsi la rincorsa dal settimo posto. Al secondo giro è già sul podio. Al quinto è secondo, a caccia del monegasco. Un decimo alla volta, come le gocce cinesi. Dietro intanto fuori i secondi: Sainz all’attacco, si inchioda a Perez, spanciano un po’, lo spagnolo se ne va di forza. Partito dal blocco 18, appena due giri dopo è tredicesimo, dopo 12 è quinto. Lo spagnolo è in scalata senza ossigeno, passa più di un avversario al giro, tipo Verstappen a Spa.

Leclerc inaugura la giostra dei box alla prima virtual Safety, al 13esimo giro, ritrovandosi al rientro Sainz negli scarichi, Verstappen e Russel davanti a martellare ritmo a gomme stanche. L’olandese resiste fino al 25esimo prima di passare ai copertoni gialli, tornando alle spalle della Ferrari, 10 secondi in ritardo.

È un balletto sull’usura, che Leclerc non accetta: torna ai box e prepara i 20 giri finali in assetto da qualifica. La fuga da Verstappen cambia preposizione, diventa la fuga di Verstappen. Con 20 secondi di margine. Ma se anche i 53 giri di Monza fossero 100 forse nemmeno basterebbero: l’olandese è un metronomo, tiene le distanze di sicurezza. Oppone una barriera invisibile spazio-temporale, che solo una Safety car buca al giro 49. Sarebbe l’unica chance di tendere l’elastico a sé, ma la Fia s’impalla, lascia la Aston Martin a rincorrere le F1 come scolaretti impazziti fino al traguardo, non dà scampo al destino già segnato. Il pubblico non accetta la sfilata, anche perché la missione più agevole, quella per il podio di Sainz con Russell allo stremo, finisce tranciata di netto. Giallo, rosso… resta una sola Ferrari sul podio. La vetta, in Italia e nel mondo, è di Verstappen. E non si scappa.

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