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A Venezia 78 ‘Il bambino nascosto’, Andò: “Legge non basta a salvare giovani dalla criminalità”

Presentato fuori concorso 'il bambino nascosto', storia di camorra e paternità

Pubblicato:11-09-2021 16:38
Ultimo aggiornamento:11-09-2021 16:45

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VENEZIA – Roberto Andò porta fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia ‘Il bambino nascosto’, una storia di camorra e paternità, tratta dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso regista. Il film, in uscita il 4 novembre nelle sale, è ambientato in un quartiere popolare di Napoli e i protagonisti sono un bambino in fuga, interpretato da Giuseppe Pirozzi, e un insegnante di musica colto, solitario e malinconico (Silvio Orlando), che accetterà di nasconderlo in casa propria per strapparlo a un destino segnato.

Nel passaggio alla pellicola, Andò, ha raccontato in conferenza stampa oggi al Lido, si è allontanato dal romanzo, lavorando più sulle immagini che sulle parole; distanziamento che ha portato anche a scegliere un finale diverso per il film. Ad aiutarlo nella stesura della sceneggiatura Franco Marcoaldi, al suo esordio al cinema per il quale l’essenza de ‘Il bambino nascosto’ sta nel messaggio che vuole trasmettere, ossia che “gli incontri possono cambiare la vita delle persone“.

“Il protagonista è un eroe involontario, che arriva dove la legge non può arrivare- ha dichiarato Andò rispondendo a una domanda dell’agenzia Dire- Penso che sul fronte della violenza in Italia c’è tutto da fare. Il sud e pieno di bambini che per esistere devo arruolarsi nel crimine. Il crimine è una soluzione pratica ed esistenziale per dire io ci sono e la risposta, che dovrebbe essere complessiva, non c’è”. “La violenza che c’è a Napoli non è fatta solo di vicende eclatanti, ma si respira quasi nell’aria– ha proseguito Andò parlando ai giornalisti-, si interiorizza. Il personaggio che interpreta Orlando sente di vivere quasi un assedio”. “‘Il bambino nascosto’ si interroga su come bloccare questa catena di violenza- ha dichiarato Orlando- È molto radicale in questo. Dice che bisogna sottrarre i bambini all’ambiente della malavita, sennò non se ne esce“.


La pellicola parla anche di due anime solitarie che si incontrano (e si salvano a vicenda) e di famiglie non tradizionali. “Io temevo che la storia di un uomo di 64 anni, misterioso, e un bambino chiusi in un appartamento per dieci giorni potesse sembrare qualcosa di morboso. Io ho sempre paura di stare con i bambini da solo- ha confessato Orlando- perché il rapporto tra adulto bambino si è cristallizzato, irrigidito. Nella tutela dei bambini ovviamente, ma ha perso la naturalezza di un tempo, come sta avvenendo con le donne. I bambini vanno tutelati ma mi piacerebbe si tornasse a un rapporto di scambio con i bambini, anche se non sono i proprio figli”. 

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