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Regionali Veneto, pronta la macchina conta-voti: ballano molti numeri

Il risultato in Veneto appare scontato, ma ci sono alcuni dati relativi al voto che saranno ad ogni modo significativi

Pubblicato:11-09-2020 13:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:52

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VENEZIA – Si avvicina la data delle elezioni regionali in Veneto e l’osservatorio elettorale del Consiglio regionale si prepara a fornire dati aggiornati in modo chiaro, preciso e tempestivo. “L’infrastruttura realizzata nel 2017 per il referendum sull’autonomia è stata replicata e raddoppiata” spiegano i tecnici dell’osservatorio. Durante gli scrutini, “i dati saranno aggiornati ogni cinque minuti, vediamo se riusciamo ad abbassare la soglia a tre minuti”. I primi dati sull’affluenza, che saranno però poco indicativi dato che a differenza delle scorse tornate si potrà votare anche lunedì, saranno disponibili domenica 20 settembre attorno alle 12, mentre lunedì 21 alle 15 l’apposito sito internet inizierà ad essere popolato dai dati relativi agli scrutini.

I primi a comparire saranno i dati relativi al referendum costituzionale, i cui voti saranno scrutinati in contemporanea a quelli delle regionali. Già lunedì sera attorno alle 22 ci sarà una stima dei seggi, ma per l’assegnazione su base provinciale bisognerà attendere almeno fino a mezzanotte, e per avere i dati relativi a tutti i seggi si arriverà anche alle 4 del mattino. Nella mattinata di martedì, poi, inizierà lo scrutinio per il voto alle amministrative nei Comuni interessati e i risultati arriveranno in giornata. 

Per quanto riguarda le regionali, spiega il politologo Paolo Feltrin, dell’Osservatorio elettorale, la ripartizione dei seggi avviene in base alle circoscrizioni. Poi vengono ordinate le preferenze di ogni lista in ogni circoscrizione e chi ha più preferenze viene eletto nei seggi conquistati. Ogni seggio vale circa l’1,6% dei voti, circa il 5% dei voti viene dato a liste che poi non raggiungono la soglia (che è del 5% per le coalizioni e del 3% per le liste singole) e un altro 5% viene buttato perché sono resti che non si riescono ad utilizzare. Ma i resti non sono tuttavia da sottovalutare perché in Veneto portano all’elezione del 30% circa dei consiglieri. Il risultato in Veneto appare scontato, prosegue Feltrin, che pone però l’attenzione su alcuni dati relativi al voto che saranno ad ogni modo significativi.


Il primo riguarda l’affluenza, che nel 2015 fu del 57,2% e quest’anno è lecito attendersi tenda a diminuire, visto “la paura del covid, l’esito scontato e, se ci sarà, il problema code”.

C’è poi il tema del numero di liste che riusciranno ad entrare in consiglio. Nel 2015 erano 12, ma di nuovo pare che quest’anno potrebbero essere meno, perché il voto si concentrerà sulla coalizione di centrodestra e “tutte le liste tranne le prime tre sono a rischio esclusione”, sostiene Feltrin. Al che viene spontaneo domandarsi che soglia raggiungerà il consenso di Zaia. “Nel 2010 raggiunse il 61% dei voti, nel 2015 scese al 50% per via della frattura con Tosi… quest’anno aumenterà? E batterà il record di essere il presidente eletto con la percentuale più alta d’Italia?”.

Un altro record potrebbero farlo le tre liste della Lega, ovvero Lega, Zaia Presidente e Lista Veneta autonomia, che se riuscissero a conquistare 26 seggi avrebbero la maggioranza assoluta, risultato riuscito solo alla Democrazia cristiana nel 1970, nel 1975 e nel 1980.

Altro nodo è quello delle preferenze. Nel 2015 solo il 30% degli elettori espresse una preferenza ma quest’anno, “vista la campagna elettorale particolare, l’ipotesi è che il numero di preferenze si potrebbe alzare perché sparisce un po’ il conflitto tra coalizioni ed emerge il conflitto interno… molto valore avranno le campagne social personali”, sostiene Feltrin. E il tema delle preferenze introduce l’ultimo punto di rilievo per il politologo, ovvero l’istituzione dell’alternanza di genere che obbliga gli elettori a indicare due candidati di sesso diverso qualora vogliano esprimere due preferenze. Resta quindi da vedere se questo porterà in effetti più donne in aula. Infine una considerazione, comunque vada il voto, se Luca Zaia sarà eletto sarà al suo terzo mandato da presidente della Regione nel 2025 non potrà ricandidarsi.

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