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VIDEO | Sit-in lavoratori Rinascente di Palermo contro rischio chiusura

Alla base ci sarebbe il mancato accordo sul canone di locazione tra lo storico marchio di grandi magazzini e la società di gestione dell'immobile

Pubblicato:11-09-2020 12:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:52

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PALERMO – Lavoratori Rinascente sul piede di guerra a Palermo. Da questa mattina sono in corso lo sciopero e un sit-in dei dipendenti del punto vendita di via Roma, a rischio chiusura per il mancato accordo sul canone di locazione tra lo storico marchio di grandi magazzini e la societa’ di gestione dell’immobile, di proprieta’ di Inarcassa, Fabbrica Immobiliare SGR. La manifestazione e’ stata organizzata dalla Filcams-Cgil e dalla Uiltucs. Circa 150 i posti di lavoro a rischio: ai 78 dipendenti Rinascente, infatti, si aggiungono quelli dei punti ristoro, della vigilanza, dei servizi di pulizia e i cosiddetti ‘boxisti’, lavoratori delle aziende titolari degli stand installati all’interno del punto vendita. Un centinaio, circa, i manifestanti presenti fin dalle prime ore del mattino e che hanno raccolto anche la solidarieta’ di molti clienti.

“La Rinascente e’ una istituzione per via Roma e per Palermo che non puo’ permettersi di perdere questo punto vendita”, dice Claudio Genco, che si autodefinisce “cliente da sempre” dello storico marchio. Tra i dipendenti in piazza Luisa La Colla, una delle prime assunte in Rinascente a Palermo: “Avevo 24 anni quando sono entrata in azienda e questa per me rappresenta una famiglia – afferma -. Dopo tutto questo tempo ci siamo sentiti dire che il 31 ottobre chiuderemo i battenti, proviamo una delusione cocente. La citta’, pero’, – prosegue – sta rispondendo in maniera meravigliosa e la petizione partita online ha gia’ raccolto quattromila firme”.
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SINDACATI “CHIUNQUE SUBENTRI TUTELI I LAVORATORI”

l fianco dei lavoratori i sindacati: “Abbiamo detto chiaramente all’azienda che non permetteremo a nessuno di fare profitto sulla pelle dei lavoratori – sono le parole di Marianna Flauto, segretaria generale della Uiltucs Sicilia -. Se qualcuno sta bluffando non pensi di avere vita facile perche’ stiamo vigilando affinche’ e cose dette vengano verificate”. All’orizzonte il rischio chiusura del marchio qualora non si trovi una intesa sul canone di affitto: “I lavoratori vanno tutelati – aggiunge Flauto -. Chiunque subentri a Rinascente dovra’ tenere conto della forza lavoro presente. Chiediamo comunque che Rinascente resti a Palermo, perche’ senza questo marchio la zona morirebbe – conclude – e non credo che altre realta’ possano costituire lo stesso volano per via Roma”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Aiello, segretario generale della Filcams-Cgil di Palermo: “Stiamo lottando affinche’ questo stabile non chiuda – dice -. Siamo in una fase di stallo, vogliamo sperare in una soluzione prima della chiusura prevista per fine ottobre. Sarebbe un altro pezzo di Palermo e di reddito per cittadini di questa citta’ che andrebbe perso”.

CONFCOMMERCIO PALERMO: “CITTÀ NON PUÒ PERDERE MARCHIO RINASCENTE”

La decisione della Rinascente di avviare le procedure di chiusura dell’attuale punto vendita di via Roma a Palermo rappresenta il piu’ forte grido di dolore per il settore del commercio palermitano che vive una crisi senza precedenti“. Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo.
Palermo non puo’ permettersi di perdere un cosi’ autorevole baluardo, da dieci anni polo d’attrazione per il commercio della zona e punto di riferimento per tutta l’area di via Roma che, anno dopo anno, sta subendo un processo involutivo causato anche dalla impossibilita’, prevista dai regolamenti comunali, di aprire nuovi punti commerciali di dimensioni superiori a 200 metri quadrati: norma che peraltro Confcommercio Palermo chiede da anni di modificare – aggiunge -. Al di la’ della sentita solidarieta’ verso i dipendenti che rischiano il posto di lavoro, se andra’ via la Rinascente ci saranno contraccolpi importanti anche per le altre aziende commerciali che ancora resistono in quella via: si rischiera’ a cascata un’ulteriore perdita di molti posti di lavoro di altre attivita’ commerciali e sara’ impossibile sperare di rivitalizzare e riqualificare un asse commerciale ormai in fase avanzata di desertificazione”.
Di Dio poi conclude: “Comprendiamo le motivazioni imprenditoriali che stanno dietro la decisione del gruppo Rinascente che si vede negata una rimodulazione del canone ad un valore adeguato ai prezzi di mercato di Palermo, tanto piu’ in un momento aggravato dall’attuale emergenza sanitaria, economica e sociale. Un’azienda sana non puo’ prescindere dall’equilibrio dei propri conti economici”.
 


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