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Arrestata per ‘aborto’: in Marocco in piazza per Hajar, giornalista dissidente

Hajar Raissouni è stata arrestata il 31 agosto aver avuto un aborto volontario e rapporti sessuali fuori dal matrimonio: rischia due anni di carcere

Pubblicato:11-09-2019 12:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:41
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ROMA – In Marocco, la giornalista Hajar Raissouni rischia fino a due anni di carcere perché accusata di aver avuto un aborto volontario e rapporti sessuali fuori dal matrimonio, entrambi sanzionati dal codice penale locale. Secondo fonti di stampa concordanti la donna, 28 anni, è stata arrestata il 31 agosto insieme al suo fidanzato, un accademico e attivista sudanese, mentre usciva da una clinica ginecologica. La notizia ha suscitato forti polemiche e una protesta con centinaia di persone lunedì, davanti al tribunale di Rabat: qui era attesa la prima udienza del processo, poi rinviata al 16 settembre.

Il ‘Movimento alternativo per le libertà individuali’ ha convocato la manifestazione “per denunciare la violenza di genere e sessuale degli esami ginecologici subiti da Hajar Raissouni in seguito all’arresto”. Gli attivisti marocchini si riferiscono all’esame a cui la donna è stata sottoposta ad un controllo medico contro la sua volontà, e che ha certificato l’aborto, nonché anche un aborto precedente, diagnosi però smentite dal medico della difesa.



“Quell’esame equivale ad uno stupro”

L’analisi subita da Hajar, scrivono dal Movimento, prevede un esame manuale della vagina, e, senza consenso, “equivale ad uno stupro” e ad una “tortura”. I manifestanti hanno scandito cori in favore delle libertà individuali, contro la criminalizzazione dei rapporti tra adulti consenzienti e in solidarietà con Raissouni, che scrive per il quotidiano ‘Akhbar Al-Youm’.

A processo anche il medico che ha praticato l’interruzione di gravidanza

A processo, oltre alla coppia, andranno anche il medico, un infermiere e una segretaria della struttura dove sarebbe avvenuta l’interruzione di gravidanza. Dietro l’arresto di Hajar, però, potrebbe esserci anche un movente politico: in una lettera inviata ad ‘Akhbar Al-youm’ mentre era detenuta, Raissouni ha raccontato di essere stata interrogata sui suoi articoli. La polizia le avrebbe rivolto anche domande su un suo collega e su alcuni suoi familiari, tra cui lo zio, Ahmed Raissouni, teologo ed ex presidente del Movimento dell’Unicità e della Riforma, considerato uno dei più grandi movimenti islamici in Marocco.

Sul caso si sono pronunciate anche Human Rights Watch e Amnesty International: quest’ultima sottolinea come nel maggio 2019 Hajar Raissouni abbia pubblicato una serie di interviste con Ahmed Zefzafi, il padre dell’attivista e leader del movimento del Rif Nasser Zefzafi condannato a 20 anni di carcere, oltre a diversi scritti critici delle autorità marocchine. Nel 2018, prosegue Amnesty, “anche il direttore del ‘Akhbar Al-Youm’, Taoufik Bouachrine, è stato arrestato e condannato per motivi politici a 12 anni di prigione”.

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