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Popovici pronto per Roma: “Non sono un Mago, guardo Paltrinieri per imparare”

Il 17enne romeno, reduce da due ori ai Mondiali di Budapest, si racconta prima di tuffarsi agli Europei di nuoto: "Io come Popov e Phelps? Un onore"

Pubblicato:11-08-2022 15:59
Ultimo aggiornamento:11-08-2022 15:59

David Popovici
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ROMA – In acqua fa giochi di prestigio ma non chiamatelo Mago. “Sono solo un ragazzo semplice che nuota”. È vero, da piccolo era appassionato di trucchi e trucchetti, ma da ‘grande’ – se così possiamo definire il diciassettenne ultimo esplosivo talento del nuoto mondiale – a David Popovici per incantare sono bastati una tecnica sublime, la leggerezza in acqua e medaglie in quantità. Le ultime due, rumorosissime, nei 100 e nei 200 stile ai Mondiali di Budapest.

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Agli Europei di Roma si presenta come una delle stelle più attese. In quella che lui stesso ha battezzato come la sua piscina preferita, l’anno scorso agli Europei giovanili ha già dominato le gare veloci dello stile, collezionando l’oro nei 50, nei 100 e nei 200. Ora servono le vittorie senior. “Roma mi piace molto, c’è una grande atmosfera. Dalle gare non so cosa aspettarmi”, racconta a Casa Arena Popovici, nato a Bucarest, che allo Stadio del Nuoto sarà impegnato con l’insolita distanza dei 400. Ma c’è chi lo stuzzica già con il record del mondo sui 100, quel 46″91 stampato dal brasiliano Cielo proprio a Roma, ai Mondiali del 2009, in piena epoca ‘costumoni’. “Un po’ difficile batterlo, ma non impossibile. Pensiamo che il record fatto proprio qui a Roma sia disumano, ma in fondo a farlo è stato un umano…”.



In realtà l’aggettivo umano è quello che si addice meno a questo ragazzo che il prossimo 15 settembre compirà 18 anni. Sguardo di ghiaccio, postura rilassata, inglese fluente, poche espressioni sul viso e giusto un paio di battute da intrattenitore consumato. Non tradisce emozioni, nemmeno quando gli chiedono se nel suo Paese, la Romania, lo riconoscono per strada. “Sono molto famoso – ammette con naturalezza – È cambiato parecchio dopo i Mondiali, prima mi riconoscevano 3 o 4 persone mentre ora se devo fare una passeggiata, devo partire preparato. Oppure – dice ironico – posso usare la bici, così non devo fermarmi ogni 10 metri”. Eppure nessuna intenzione di lasciare il posto in cui è cresciuto, al punto da rifiutare le borse di studio offerte dalle più prestigiose università degli Stati Uniti, che dopo i Giochi di Tokyo 2020 (per lui un quarto posto nei 200 sl) si erano messe in fila per ‘ingaggiarlo’. “Per ora voglio restare ad allenarmi in Romania, lì ho tutto quello che mi serve. In futuro chissà”.

IL TIFO PER PALTRINIERI: “DA LUI POSSO IMPARARE MOLTO”

Oltre alle sue vittorie, c’è un’altra scena dei Mondiali di Budapest che non è passata inosservata. In acqua c’era Gregorio Paltrinieri, che nuotava verso l’oro dei 1.500. Sulle tribune, in mezzo alla bolgia e mischiato alla delegazione azzurra che urlava e si sbracciava, c’era anche Popovici. Tutto tifo e pacche sulle spalle con l’allenatore di SuperGreg, Fabrizio Antonelli. “Sono un suo grande fan. Lui è un atleta fantastico, ma soprattutto una grande persona, un ragazzo divertente e ‘cool’. Un grande amico da cui so che posso imparare molto”.

La voglia di migliorare non gli manca. Di pochi giorni fa l’incontro con Jim Montgomery, l’unico nuotatore insieme a lui ad aver vinto l’oro mondiale in 100 e 200 sl nella stessa competizione. “È stato bello incontrarlo, la sua storia è fantastica e ho imparato molto da lui, mi ha anche rivelato qualche trucchetto…“, dice abbozzando uno sguardo furbetto. Gli avversari, però, non li guarda. Anzi, quelli che cercano di ‘spiarlo’ lo infastidiscono. “Credo che nel nuoto la corsa sia su se stessi e sul cronometro: non guardo cosa fanno gli altri, non penso a particolari strategie”. Anzi: “Cos’hanno gli altri più di me? Sono più alti e più grossi, ma la vera differenza è la tecnica. E tra me, Chalmers e Dressel la differenza la fa chi ha più fame di medaglie”.

Tolti di mezzo (si fa per dire) i rivali, restano i miti. E qui i paragoni si sprecano: da Popov a Phelps, servono spalle grosse per reggere il carico. Il russo “per me è stato un pioniere nel nuoto, il primo a scendere sotto i 22″, e a parte l’assonanza con il cognome Popov-Popovici è un onore essere paragonato a lui. Ma lo fanno anche con Phelps, questa cosa mi piace ma vorrei essere per prima cosa Popovici”. Non il Mago, ma il ragazzo che nuota.

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