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Mare, Legambiente: “Nel Lazio coste inquinate e laghi in sofferenza”

[video width="800" height="444" mp4="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/08/Scacchi.mp4" poster="http://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/08/Cattura2.jpg"][/video] ROMA - Il bilancio finale sui mari italiani di Goletta Verde 2017 di

Pubblicato:11-08-2017 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:36

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ROMA – Il bilancio finale sui mari italiani di Goletta Verde 2017 di Legambiente, presentato oggi a Roma, fotografa una situazione preoccupante. Il Lazio è capofila di questa triste classifica, con 8 situazioni critiche su 38 individuate in tutto il Paese (chiamate malati cronici): si tratta di punti in cui i livelli di inquinamento sono ben oltre la soglia di sicurezza.

Il problema fondamentale è rappresentato dalla presenza di numerosi scarichi non depurati che continuano a riversare in mare, come spiega, all’agenzia Dire, Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio: “La costa del Lazio è una delle peggiori in Italia, ci sono 8 punti critici fortemente inquinati da più di 5 anni fra quelli che abbiamo chiamato malati cronici. Sono punti in cui fiumi e torrenti portano in mare importanti carichi non depurati: sostanze coliformi, enterococchi ed escherichia coli pericolosi per la salute delle persone. Soprattutto nella provincia di Roma, tra Cerveteri, Fiumicino, Pomezia e Ardea, i canali portano in mare delle fogne vere e proprie”.

Se le coste versano in condizioni pessime, i laghi del Lazio non godono certo di ottima salute. “I laghi del Lazio sono in estrema sofferenza- continua Scacchi- Il lago di Bracciano, dallo scorso Natale ad oggi, ha perso quasi 2 metri di livello dallo 0 idrometrico; una discesa di 1 cm al giorno. Le cause sono molteplici, una di queste è sicuramente la captazione operata da Acea messa in campo da dicembre 2016, senza aver messo mani sulle condutture vetuste. Questa operazione di captazione potrebbe anche funzionare, il problema è che l’acqua captata si disperde nel sottosuolo. Abbiamo riscontrato dei numeri impressionanti: in provincia di Roma c’è una dispersione idrica del 44%, e del 75% nella provincia di Frosinone. Il dato più allarmante è che appena 6 anni fa la dispersione idrica nella provincia di Roma era del 26% e sulla provincia di Frosinone era del 36%; questo vuol dire che in pochi anni la dispersione è più che raddoppiata”.


“Adesso è normale che sia necessario mettere in campo grandi investimenti, ma non ci sarebbe stato bisogno se negli ultimi dieci anni Acea avesse pensato a riparare le tubature colabrodo invece che spartirsi i dividendi. Anche in questi ultimi 8 mesi- conclude Scacchi- invece di continuare con la polemica sul lago di Bracciano avrebbero potuto fare degli interventi sulle condutture”.

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