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Arpa Lazio: “Dopo l’incendio a Centocelle valori diossine sopra i limiti”

Il valore di diossine misurato presso la sede Arpa di via Giuseppe Saredo, a poca distanza dalla zona del rogo di sabato, è pari a 10,6 pg/m3, di gran lunga maggiore del riferimento dell'Oms (0,3). Sopra i limiti anche il benzopirene

Pubblicato:11-07-2022 12:32
Ultimo aggiornamento:11-07-2022 14:18
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ROMA – In relazione all’incendio che si è verificato il 9 luglio nel quartiere Centocelle di Roma, l’Arpa Lazio ha tempestivamente avviato le attività di monitoraggio della qualità dell’aria. Sono stati installati nella serata di sabato 9 luglio due campionatori ad alto volume per la misura dei microinquinanti (diossine, furani, PCB, IPA – Benzene), composti pericolosi per l’ambiente e la salute che possono essere generati a seguito della combustione.

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Un campionatore è stato installato presso la sede Arpa Lazio di via Giuseppe Saredo che si trova a poca distanza dalla zona dell’incendio, mentre il secondo è stato posizionato presso l’aeroporto Francesco Baracca di Centocelle di cui sono ancora in corso le analisi. Gli esiti delle misure effettuate dal campionatore di via Saredo sono le seguenti: il valore per le diossine è pari al 10,6 pg/m3 superiore al valore di riferimento individuato dall’Oms per l’ambiente urbano (0,3). Per quanto riguarda il benzopirene è stato registrato un valore di 2,6 ng/m3, superiore anche esso alla media annua pari a 1 ng/m3. Per quanto riguarda i PCB, non esistono limiti normativi o valori di riferimento e il campionatore ha segnato un dato pari a 2717 pg/m3.


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“Questi – ha spiegato Marco Lupo, direttore generale Arpa Lazio – sono dati prodotti dagli incendi nell’immediato. Sono stati comunicati all’Asl di riferimento che valuterà se e quali misure applicare. Siamo fiduciosi che già dalle prossime ore i valori potranno tornare alla normalità“.

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I VALORI DI PM10

Inoltre, sono stati analizzati i dati delle stazioni fisse della rete di monitoraggio della qualità dell’aria. La stazione della rete fissa di monitoraggio più vicina all’impianto è quella denominata “Cinecittà” che si trova a circa 600 metri a sud dall’area interessata dall’incendio, ha registrato concentrazioni di PM10 del 9 e del 10 luglio rispettivamente pari a 26 µg/m3 e 29 µg/m3, e, pur essendo inferiori al limite giornaliero del PM10 (50 µg/m3), sono stati i valori più alti registrati nel Comune di Roma.

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La centralina di Preneste che si trova a circa 3km a nord-ovest dell’incendio, il 10 luglio ha misurato un valore di PM10 di 7 µg/m3, in linea con quelli misurati nell’area urbana, e non è stata quindi interessata in modo significativo dalle polveri generate dall’evento.

SIMA: “RISCHIO EFFETTI CANCEROGENI E NEUROTOSSICI”

La diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio di Centocelle determina enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) dopo la diffusione dei primi dati Arpa relativi al rogo, lanciando l’allarme su potenziali conseguenze per la popolazione. “La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla Iarc come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi“.

“La diossina – sottolinea Miani – si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa. La via aerea di esposizione è limitata alla zona dell’incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera“.

“Oltre alla diossina – osserva il presidente Sima – anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti, furani e idrocarburi policiclici aromatici, classificati come potenziali cancerogeni, possono liberarsi da un rogo come quello che ha interessato l’area di Centocelle, in cui l’incendio ha interessato pneumatici, automobili, materiali plastici, legni e arbusti, che immettono in aria fumi tossici oltre a CO2, mettendo a rischio soprattutto la salute di anziani, bambini e soggetti fragili”.

La Società Italiana di Medicina Ambientale raccomanda alla popolazione di verificare i dati di Arpa Lazio sul livello di inquinanti nelle varie aree della città di Roma e, sulla base dei di questi, evitare di uscire di casa quando i livelli di polveri sono elevati, rinunciare a passeggiate e attività sportiva all’aperto, rimanere in casa con le finestre chiuse e utilizzare sistemi di aerazione e purificazione adeguati.

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