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“Lotta, anche quando si perde”: il lungo addio di Bruno Papignani (Cgil)

Il 9 maggio aveva passato il testimone di segretario regionale della Fiom. In ospedale, dove si stava curando da una grave malattia, ha scritto un libro: così Bruno Papignani esortava a non arrendesi mai

Pubblicato:11-07-2019 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31
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BOLOGNA – “Non esistono soluzioni improvvise e miracolose, bisogna (come sempre) lottare anche quando le probabilità di vincere sono limitate”. È una delle frasi che Bruno Papignani scrive il 9 maggio, quando passa il testimone di segretario regionale della Fiom a Samuele Lodi. E quella con la malattia è una delle (poche) battaglie che l’ex sindacalista non è riuscito a vincere e si è spento oggi a Bologna.

Affetto da fibrosi polmonare da sei anni, dallo scorso autunno la patologia si era aggravata costringendolo al ricovero forzato al policlinico Sant’Orsola di Bologna. Tuttavia non si è mai arreso, come del resto ha fatto sempre: “Non ho mai ceduto ai rimpianti del passato e nemmeno mi sono chiuso nella malinconia“, scriveva nella lettera di dimissioni. Anche in quel messaggio aveva scelto di spronare la Fiom, parlando di sè e della sua malattia. E proprio alla fibrosi polmonare Papignani dedica la sua ultima battaglia: dal letto dell’ospedale non solo è riuscito a scrivere un libro, ma ha fondato un’associazione.



Grazie all’aiuto dell’equipe medica del reparto di pneomautologia del Sant’Orsola e ai consigli della Fiom, Papignani ha messo la prima pietra per l’associazione Pazienti Fibrosi Polmonare (Apfp) e con essa ha pensato ad un piano di lavoro per assistere chi soffre di questa malattia rara che necessita di ricerca e risorse. “In questi mesi di degenza ho scritto molto, nonostante le cure pesantissime, l’ossigeno sempre più spinto e sempre meno efficace”, confida Papignani nella prefazione del libro che lo aiuta ad “alleviare la solitudine delle notti insonni durante il ricovero”.

Lo scopo de “Il canto del Cutimone” è proprio quello di raccogliere fondi per l’associazione, così che oltre ad investire sulla ricerca la malattia rara (colpisce meno di cinque persone su 10.000) possa essere conosciuta ai più. “Forse scrivere questi racconti è un comportamento ingenuo che contrasta con la serietà e la delicatezza del mio ‘mestiere’ di sindacalista, risulterò anche un provinciale a raccontare queste storie per molti banali nell’era del digitale e della robotica”, narra nel primo racconto ‘Viaggio dei ricordi’, dove sembra quasi scusarsi con il lettore se la trama non sarà come quella dei grandi scrittori.


Papignani si racconta come forse non aveva mai fatto, sotto la sua corazza ruvida. Parla del nonno che mungeva le mucche, della neve che “rende i luoghi famigliari paradisi perduti”, del verde dell’erba d’estate, il cane Lampino, i racconti di don Carlo e dei ‘Balotti’ (castagne bollite) che portava sempre con sè a scuola. Papignani non aveva voluto fissare un prezzo di vendita, per lasciare l’offerta libera (a partire da 5 euro). Chiunque voglia leggere le avventure e vivere, per un po’, le stesse sensazioni dei montanari sugli Appennini tosco-emiliani, raccontate dalle parole tanto semplici quanto intime di Papignani, potrà fare richiesta direttamente alla Fiom.


Nato a Vergato, fino ai 17 anni Papignani ha vissuto a Baigno, frazione del Comune di Camugnano dove tornava periodicamente fino agli ultimi anni, per poi trasferirsi a Bologna, dove ha dedicato tutta la vita all’attività da sindacalista. Iscritto alla Fiom divenne subito uno dei delegati sindacali di punta, e nel novembre del 2004 ‘conquistò’ la guida della sezione di Bologna. Incarico che lasciò nel 2012 per vestire i panni di segretario regionale fino a maggio di quest’anno, quando si è dimesso da quasi tutto. Dal comitato centrale e dall’assemblea e direzione nazionali della Fiom.

Sempre diretto e pungente, di lui si ricordano anche le innumerevoli frecciate al mondo politico, con prese di posizione spesso discusse e controcorrente. Come la sua ‘battaglia’ per fare togliere lo stand Cgil dalle feste dell’Unità, visto che il Pd si era ormai trasformato in un partito “di destra”. E come il feeling, poi ridimensionato, col leader M5s e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, incontrato per la vertenza ex Bredamenarini.


Il caporedattore e la redazione della agenzia DIRE esprimono il loro cordoglio per la morte di Bruno Papignani, sindacalista franco, capace, appassionato, generoso e tenace, a tratti indomabile. Lo ricordiamo anche come interlocutore serio ed affidabile, rispettoso dei ruoli e consapevole del valore prezioso della informazione che può aiutare la verità e provare a migliorare le cose e le situazioni. Ha saputo distinguersi nelle relazioni e nello stile umano e di dirigente sindacale e ciò ha reso il ‘tratto di strada’ percorso assieme intenso, mai banale, e sempre capace di lasciare il segno nelle storie e nelle vicende che lo hanno visto protagonista indimenticabile.



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