
ROMA – “La speranza e’ che la situazione non degeneri anche li’, perche’ sarebbe una guerra disastrosa per un Paese cosi’ fragile e povero”: Valerio Granello, rappresentante in Sud Sudan di Medici con l’Africa Cuamm, fa riferimento alle contee dove l’ong padovana continua a garantire assistenza sanitaria alla popolazione.
“A Yirol West, Rumbek North, Rumbek Centre, Rumbek East, Wulu, Cuiebet e Mundri East sosteniamo ben 81 strutture sanitarie periferiche e tre ospedali” ricorda il cooperante.
IL RACCONTO
La sua testimonianza arriva dalla capitale Juba, da venerdi’ tornata ostaggio dei combattimenti tra i seguaci del presidente Salva Kiir e le milizie legate al suo vice Riek Machar.
“Ora siamo barricati dentro il compound” riferisce Granello: “Il gasolio sta terminando e dobbiamo razionare l’uso della tecnologia e delle comunicazioni; nelle aree di intervento del Cuamm, dove sono impiegati altri 15 italiani e 39 africani, invece, la situazione rimane tranquilla”. A sottolineare la gravita’ della situazione e’ anche don Dante Carraro, il direttore del Cuamm. “Questo ennesimo scontro avviene a ridosso dell’anniversario dell’indipendenza e va ad aggravare una situazione gia’ molto fragile e delicata” sottolinea: “La gente e’ terrorizzata, ha paura. Non c’e’ garanzia di futuro. Medici con l’Africa Cuamm continua a garantire l’impegno per la salute della popolazione che purtroppo è la principale vittima in questi casi”.
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