Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – “Il momento e’ cruciale. Abbiamo da qui al prossimo settembre una finestra aperta per trovare una soluzione che combini lotta al terrorismo e transizione politica”. Cosi’ Staffan De Mistura, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, che stamani alla Farnesina ha incontrato il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni.
Per arrivare a tale esito, prosegue De Mistura, “la chiave e’ un’intesa tra Stati Uniti e Russia“ sul piano politico.
Anche il ministro Gentiloni ne e’ convinto, affermando che a suo avviso Mosca “ha un ruolo costruttivo e determinante”.
In quanto alla minaccia del gruppo Stato islamico, per De Mistura “si puo’ e si deve combattere” cosi’ come va contrastato anche “il Fronte Al-Nusra”, convinto che “il terrorismo non si sconfigge senza transizione politica”.
Ha poi ribadito la volonta’ di rilanciare i colloqui di Ginevra – di concerto col Segretario delle Nazioni Unite – che ora entra nella terza fase del percorso, ma sottolinea la necessita’ di un accordo tra tutti gli attori “che ci permetta di partire bene. Per questo non e’ ancora stata fissata una data”.
Infine, un monito a non compiere gli errori del passato in Libia: “L’Italia sta avendo ed avra’ un ruolo importante nel processo di stabilizzazione politica” di quel Paese, senza cui “ci troveremmo davanti la piu’ grave crisi internazionale dalla Seconda guerra mondiale ad oggi”.
Alla giornata romana dedicata al rilancio dei nei negoziati di pace non poteva mancare Riad Hijab, Coordinatore Generale dell’Alto Comitato Negoziale dell’opposizione siriana (Hnc). “L’alto Comitato per i negoziati si impegna alla soluzione politica in Siria. Ci siamo impegnati a farla riuscire ma a causa del comportamento del regime e dei suoi alleati – che non hanno rispettato quanto stabilito dalle risoluzioni – e’ fallita”. Ne e’ convinto, Riad Hijab, incontrando stamani a Roma il Capo della diplomazia italiana Paolo Gentiloni. Poco prima, Gentiloni si e’ intrattenuto a colloquio con l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan De Mistura. Per Hijab l’esclusione del Presidente siriano Bashar Al-Assad non e’ una precondizione per la partecipazione dell’Hnc al tavolo di Ginevra, “ma ci sono risoluzioni che vanno rispettate- sottolinea- e dopo i crimini commessi da questo regime – anche il Segretario generale dell’ONU ha parlato di crimini di guerra- come e’ possibile che non affronti il giudizio di un Tribunale internazionale?”. Ricorda quindi che gli articoli 12, 13 e 14 della Risoluzione Onu 2.245 non sono stati rispettati, quelli cioe’ che sanciscono la rimozione dell’assedio, il via libera alla distribuzione degli aiuti umanitari e infine la liberazione dei detenuti politici. “Anzi- afferma Riad Hijab- dall’ultima risoluzione del Consiglio ne sono stati arrestati altri 2.500. E continuano i bombardamenti contro civili inermi usando anche armi vietate dal diritto internazionale”, come quelle chimiche o le barrel bombs’.
Noi vogliamo tornare al tavolo- prosegue- ma chiediamo il rispetto delle risoluzioni e l’impegno da parte della comunita’ internazionale su questo punto. Non ci fidiamo piu’ dei russi – che si sono schierati al fianco del regime – e siamo convinti che serva un’agenda chiara per la transizione”. Quindi afferma che “per sconfiggere il terrorismo occorre eliminare la fonte, ossia Assad. E’ lui che ha prodotto il terrorismo facendo entrare le milizie confessionali e di mercenari – da Iran, Libano, Afghanistan e Pakistan – che hanno acceso il conflitto, e a pagarne il costo siete voi in Occidente con la crisi dei migranti”. Questa infatti per il Coordinatore “e’ frutto dei bombardamenti sui civili e del terrorismo che Assad alimenta e usa come alibi per mantenere aperta la crisi: Daesh (lo Stato islamico) e Al- Qaeda non saranno sconfitti finche’ non averra’ una vera transizione politica. E finche’ questo non si verifichera’- ha ammonito- il flusso dei migranti non si fermera’. Noi siamo impegnati in questa lotta assieme alla coalizione internazionale- dice in conclusione il Coordinatore dell’Hcn- ma riteniamo che il tempo non giochi a nostro favore. Per questo siamo qui, per incrementare tale collaborazione, e chiediamo alla diplomazia italiana di invitare tutte le parti al rispetto delle risoluzioni internazionali e a trovare le garanzie affinche’ si fermi l’emorragia del sangue siriano. Vogliamo uno Stato di diritto e non di polizia, e’ per questo obiettivo che il popolo ha fatto la rivoluzione” conclude Hijab.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it