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Vent’anni dal genocidio di Srebrenica. Mattarella. “Fu una sconfitta dell’umanità”

ROMA -  Il genocidio di Srebrenica "è la tragedia umana più grave che si è consumata in terra

Pubblicato:11-07-2015 10:54
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:26

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ROMA –  Il genocidio di Srebrenica “è la tragedia umana più grave che si è consumata in terra europea dopo la fine della seconda guerra mondiale. Fu una sconfitta dell’umanità, il cui peso morale e politico grava ancora sulla comunità internazionale per l’incapacità di prevenire i conflitti che dilaniarono la Jugoslavia, con le tremende atrocità che li caratterizzarono, e di attuare strategie in grado almeno di arrestarli e di salvare vite umane”. A dirlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ricorda, nel ventesimo anniversario, il genocidio di Srebrenica.

I FATTI DI SREBRENICA – Morirono più di ottomila persone (ma una cifra certa non è mai stata stabilita). Tutti gli uomini vennero massacrati. Le case vennero bruciate, le donne stuprate. E’ successo a Srebrenica, città in cui i musulmani si erano rifugiati, ritenendolo un luogo sicuro, per sfuggire alla pulizia etnica perseguita dai serbo bosniaci. L’Onu, ‘a guardia’ della città, resta inerme. Il generale Ratko Mladic entra in città l’11 luglio e inizia il massacro.

srebrenica


“Oggi, a vent’anni da quell’immane tragedia- continua Mattarella- avvertiamo il dovere di coltivare la memoria e interrogare la nostra coscienza affinché mai eventi simili abbiano a ripetersi. E’ necessario continuare a perseguire i responsabili di violenze così atroci, evitando al tempo stesso che il disonore e l’infamia sia fatta ricadere su interi popoli”.

Per Mattarella, “solo se vi sarà giustizia sarà possibile lenire almeno in parte l’enorme sofferenza delle madri e di tutti coloro che hanno perso familiari e amici. Solo in nome della giustizia sarà possibile, per la Bosnia-Erzegovina, completare un percorso di autentica riconciliazione nazionale e quindi di pace, sicurezza, convivenza tra le diversità etniche e religiose. E’ questa una sfida decisiva della nostra epoca, a cui l’Europa intera è chiamata. Da come riusciremo a far convivere nel nostro Continente le culture e le religioni diverse – assicurando la libertà delle persone e delle comunità – dipenderà la pace mondiale e il ruolo attivo dell’Europa nel mondo”. “Muovendo dai momenti più tragici della sua storia, la Bosnia Erzegovina è chiamata oggi, con l’intera regione dei Balcani, a guardare avanti, al suo futuro. Un futuro che potrà trovare nell’integrazione europea il suo approdo, per una pacificazione definitiva. Nel cammino lungo la strada intrapresa, la Bosnia Erzegovina potrà sempre contare sull’amicizia e il sostegno politico dell’Italia, come già avvenuto concretamente in passato. Il nostro auspicio- conclude Mattarella- è che tutta l’Europa sappia assumersi oggi questa responsabilità storica: lo dobbiamo, in nome di tutte le vittime di quelle guerre, ai giovani e ai popoli balcanici”.

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