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FIRENZE – “Lo scorso 17 maggio, nella provincia di Siena, lo scrittore Daniele Pieroni ha potuto scegliere, di porre fine alla propria vita, grazie alla sentenza ‘Cappato-Antoniani” della Corte costituzionale e alla legge regionale ‘Liberi Subito’, approvata dal Consiglio regionale della Toscana” lo scorso febbraio. È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto in Toscana da quando la legge è entrata in vigore, “a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l’impugnazione da parte del governo”. È quanto rende noto l’Associazione Luca Coscioni, che racconta: nato nel 1961, Pieroni era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, a causa di una grave disfagia, era costretto a vivere con una gastrostomia endoscopica percutanea in funzione per 21 ore al giorno. Nell’agosto 2023, tramite un amico, aveva contattato il ‘numero bianco’ dell’associazione per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita. Ha quindi scelto il percorso previsto dalla sentenza Cappato e ha inviato la richiesta formale all’Asl Toscana sud-est il 31 agosto. Dopo aver ricevuto, lo scorso 22 aprile, l’esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale, meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa.
“Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato“. Erano presenti, su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell’Asl, “che hanno agito con grande umanità e professionalità, come confermato da chi era presente”. Alle 16.47 Pieroni “ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16.50 ha smesso di respirare, serenamente”.
Il personale sanitario, si spiega ancora, “è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l’Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto”, dichiara Felicetta Maltese, dell’associazione Coscioni in Toscana, attualmente indagata insieme a Marco Cappato e Chiara Lalli per aver aiutato un altro toscano, Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, ad accedere al suicidio assistito in Svizzera.
“La legge toscana sul fine vita, frutto di un’iniziativa popolare sostenuta da oltre 11.000 persone, è un atto di civiltà e responsabilità che garantisce tempi certi per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria, applicando quanto già stabilito dalla Corte costituzionale”. Lo sottolineano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, dopo il primo caso di suicidio medicalmente assistito in Toscana.
“L’impugnazione del governo Meloni è una scelta ideologica e priva di fondamento giuridico, volta a ostacolare un diritto già riconosciuto, come anche la proposta di legge che il Governo intende presentare per sbarrare la strada alle Regioni”, proseguono. “Intanto, troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità. Invitiamo tutte le Regioni ad agire per garantire la libertà e il rispetto delle volontà delle persone”.
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