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“Il Sudan di nuovo nella comunità internazionale”

Con un processo sostenuto anche dall'Italia e destinato a favorire una ripresa degli investimenti. Lo ha sottolineato oggi Omar Gamareldin Ismail, viceministro degli Esteri di Khartoum

Pubblicato:11-06-2020 16:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:28

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ROMA – Il Sudan sta tornando nella comunita’ internazionale, con un processo sostenuto anche dall’Italia e destinato a favorire una ripresa degli investimenti: lo ha sottolineato oggi Omar Gamareldin Ismail, viceministro degli Esteri di Khartoum.

Secondo il dirigente, “il processo di reintegro come Paese membro della comunita’ internazionale avviato con la rivoluzione di dicembre sta avendo successo”. Il riferimento e’ alle proteste di piazza sfociate nel 2019 nella caduta del presidente Omar Hassan Al-Bashir, al potere per 30 anni, e nell’entrata in carica di un governo di transizione guidato dall’economista Abdalla Hamdok.


Ismail ha sottolineato che nuovi equilibri si stanno definendo anche con gli Stati Uniti, come confermerebbe la ripresa dei rapporti a livello di ambasciatori. “Le cose vanno nella direzione giusta” ha detto il viceministro, pur evidenziando che a oggi il Sudan resta nella lista americana dei Paesi “sostenitori del terrorismo”. Secondo Ismail, sanzioni in vigore dal 1993 e revocate da Washington solo in parte hanno accresciuto le difficolta’ di settori chiave dell’economia nazionale, dall’agricoltura al petrolio, dalle telecomunicazioni al comparto estrattivo e dell’oro. “Non abbiamo potuto acquistare nuove tecnologie o rimpiazzare le infrastrutture” ha detto il viceministro. Convinto che, pero’, i segnali positivi siano ora molteplici: “Penso all’accordo con la multinazionale Visa, che si applica sia all’interno che all’esterno del Sudan, o alle ripresa delle operazioni da parte di colossi come Ericsson o Siemens”.

Secondo Ismail, l’esecutivo di Khartoum chiede “partnership” ed e’ “al lavoro perche’ le imprese e gli investitori occidentali arrivino e investano garantendo benefici a entrambe le parti”.
Il viceministro ha rilasciato le sue dichiarazioni nel corso di un webinar dal titolo ‘Doing Business in the New Sudan‘. A organizzarlo l’ambasciata d’Italia a Khartoum insieme con Agenzia Ice, il mensile Africa e affari e Confindustria Assafrica & Mediterraneo.

DEL RE: DOPO MUSEO KHARTOUM AL VIA MISSIONI ARCHEOLOGICHE

Otto missioni archeologiche partiranno in Sudan da ottobre nel quadro di progetti di cooperazione con l’Italia: lo ha detto oggi la viceministra degli Esteri Emanuela Del Re, nel corso di un webinar dedicato ai rapporti tra Roma e Khartoum.
Durante il suo intervento, la dirigente ha ricordato che per l’Italia e la sua cooperazione allo sviluppo la relazione con il Paese e’ da tempo prioritaria. “Vogliamo ampliare le aree di attivita’” ha detto Del Re, menzionando la centralita’ dei settori sanitario e umanitario, parlando di “formidabile capitale umano” e facendo riferimento alle iniziative culturali.

“Siamo orgogliosi del restauro del Museo nazionale di Khartoum promosso dall’Italia in partnership con l’Unesco” ha continuato Del Re, ricordando la sua visita in Sudan a marzo, la prima da anni di un dirigente di alto livello del governo italiano, seguita alla rivoluzione del 2019 e alla caduta del presidente Omar Hassan Al-Bashir. “Ci saranno missioni archeologiche” ha annunciato la viceministra: “Otto nuove da ottobre, oltre alle due appena iniziate”.

Secondo Del Re, la collaborazione culturale e’ una parte importante della relazione bilaterale. In primo piano pero’, durante il webinar, intitolato ‘Doing Business in the New Sudan’, organizzato dall’ambasciata d’Italia a Khartoum insieme con Agenzia Ice, il mensile Africa e affari e Confindustria Assafrica & Mediterraneo, anche la dimensione economica e imprenditoriale.

Del Re ha lodato un’intesa rilanciata dall’organizzazione industriale con la Sudanese Businessmen and Employers Federation. Si valuta inoltre l’apertura a Khartoum di un ufficio dell’Agenzia Ice, impegnata a sostegno del commercio estero. “C’e’ un proverbio sudanese che dice che uno straniero e’ come un fratello che non hai mai incontrato” ha concluso Del Re: “Adesso ci siamo incontrati e in effetti siamo fratelli e sorelle”.

OTTATI (ASSAFRICA): KHARTOUM STRATEGICA, QUI CAMBIA STORIA

Il governo di Khartoum ha aperto un dialogo, anche con gli Stati Uniti e con Israele, che puo’ cambiare la storia del Sudan e gli equilibri geopolitici di una regione strategica che guarda anche all’area subsahariana e al Medio Oriente: cosi’ oggi Giovanni Ottati, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.

Il riferimento e’ la “ricostruzione faticosa” – parole del dirigente – avviata nel 2019 sull’onda del movimento popolare sfociato nella caduta del presidente Omar Hassan Al-Bashir, al potere per 30 anni.

Secondo Ottati, “il Consiglio sovrano guidato da Abdel Fattah Abdelrahman Burhan e il governo di transizione di Abdalla Hamdok stanno facendo grandi passi avanti, anche per i contatti con Israele e con gli Stati Uniti per la rimozione delle ultime restrizioni che complicano l’accesso ai finanziamenti internazionali”.

Centrale la prospettiva economica, con le opportunita’ di investimento e di sviluppo di progetti. La premessa di Ottati e’ che dal Sudan partono “tre corridoi strategici”: il primo, nord-occidentale, che lo avvicina al Mediterraneo ma che e’ ora interdetto a causa del conflitto in Libia; il secondo, nord-orientale, che attraverso Port Sudan conduce ai Paesi del Golfo e all’Arabia Saudita, dove per altro vivono oltre 100.000 sudanesi; il terzo, meridionale, che porta all’Etiopia e all’Africa orientale, ritenuto da Confindustria il piu’ “sfidante”.
Secondo Ottati, “c’e’ una forte interdipendenza tra il Sudan e questa parte dell’Africa e ci sono spazi enormi per l’industria tessile e calzaturiera, come conferma la scelta di Calzedonia, che ha mosso i primi passi in Etiopia”.

Il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo ha detto di “un grande fabbisogno primario insoddisfatto” e della “possibilita’ di insediarsi per le imprese italiane della filiera dell’allevamento”. Centrale, sempre, il capitale umano. “Quello della formazione universitaria e delle startup e’ il mercato piu’ importante in Sudan”, secondo Ottati. “In questo senso sta facendo un gran lavoro la fondazione E4Impact, di Letizia Moratti e Mario Molteni, con i suoi programmi di sviluppo”.

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