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Tra ‘stati generali’ e giudiziari Conte cerca la terza via

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:11-06-2020 15:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:28

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ROMA – Gli Stati generali dell’economia, organizzati dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dovevano cominciare domani con l’ascolto dei leader del centrodestra. Invece Salvini, Meloni e Berlusconi hanno deciso di non andarci, criticando la passerella di personalità quando invece c’è bisogno di fatti concreti da parte del Governo. Non vogliono offrire una sponda alla maggioranza, forse c’era anche il timore, visto che Silvio Berlusconi voleva andarci, che una volta lì il centrodestra così tutto unito non lo si sarebbe visto. Quindi meglio evitare.

Domani, invece, sarà una giornata un pochino amara per Conte, visto che sarà lui audito dal pubblico ministero di Bergamo sulla mancata ‘zona rossa’ a Nembro e Alzano, colpite dal virus. Il presidente del Consiglio, che qualcuno aveva visto irritato, ieri sera è sceso a parlare con i giornalisti sotto Palazzo Chigi proprio per rassicurare: nessun timore, è stato fatto tutto quello che si doveva fare. Finita la parte giudiziaria, il pensiero potrà tornare agli Stati generali.

Sabato ci saranno incontri con alti rappresentanti delle istituzioni estere, mentre lunedì sarà la volta di tutte le parti sociali. Non sarà facile, già oggi il presidente di Confindustria Lombardia ha detto quello che gli imprenditori faranno in autunno: finita la cassa integrazione e la moratoria tanti passeranno ai licenziamenti. I sindacati sono già sul piede di guerra e chiederanno con forza al Governo di estendere la moratoria e la cassa integrazione fino all’autunno, per non rendere ancora più drammatica la già difficile situazione.


Sul fronte politico, dentro la maggioranza di Governo, si registra un attimo di tregua, tutti aspettano di vedere come finirà la partita degli stati generali. Intanto continuano a circolare sondaggi su un possibile partito di Conte, che oggi viene quotato addirittura al al 15%. Il diretto interessato dice di non saperne nulla, ma in tanti sospettano che qualcosa ci sia e che ad un certo punto verrà fuori.

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