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VIDEO | Africa, Ottati (Confindustria): “Per l’Italia è la sfida del secolo”

L'Africa ha grandi potenzialità e opportunità. Ecco perchè le imprese italiane non possono mancare l'appuntamento con l'Africa. Se ne parla all'Eastern Africa Business Forum

Pubblicato:11-06-2019 16:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:24
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ROMA – “L’Africa sta cambiando perché offre oggi migliori condizioni per gli investimenti, maggiore stabilità e sicurezza. Un altro elemento di cambiamento è la maggiore consapevolezza da parte dei sistemi industriali, non solo di quello italiano, delle grandi potenzialità e opportunità offerte da questo continente”. In un’intervista all’agenzia ‘Dire’ a margine dell’Eastern Africa Business Forum, organizzato oggi a Roma, Giovanni Ottati, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, sottolinea che le imprese italiane non possono mancare l’appuntamento con l’Africa.

“Restano alcune situazioni critiche che devono essere affrontate, come il terrorismo jihadista in Mali, Boko Haram in Nigeria e Camerun, la crisi in Libia e quella che si sta determinando in Sudan” dice Ottati. “Complessivamente, però, il continente è più stabile e sicuro”. Secondo Ottati, il nostro sistema industriale “può svolgere un ruolo determinante, perché l’industria italiana, attraverso l’Africa, può recuperare il gap di competitività accumulato negli ultimi 20 anni”. Ancora il presidente di Assafrica: “E’ veramente la sfida di questo secolo per la nostra economia e industria. E’ importante che gli imprenditori italiani abbiano una visione d’insieme del mercato africano”.

Ottati delinea i tre corridoi strategici fondamentali per gli investitori italiani: “Il primo è il Niger, un Paese di cerniera tra Golfo della Guinea e Mediterraneo; il secondo ha come hub principale l’Angola, punto di collegamento tra Atlantico, Brasile e Stati Uniti con Congo, Uganda e Tanzania; il terzo passa per Addis Abeba e va dall’Etiopia verso Sudan e Libia“.


Nel corso del suo intervento all’Eastern Africa Business Forum, Ottati ha ricordato che le esportazioni italiane nel 2018 verso l’Africa orientale hanno raggiunto quota 700 milioni di euro, mentre le importazioni hanno toccato i 300 milioni, per un valore complessivo degli interscambi di un miliardo. Un dato, secondo il presidente di Assafrica, che riflette “una potenzialità del mercato regionale che al momento non viene colta dal nostro sistema imprenditoriale”. Ottati ha infine sottolineato che la Cina, grazie ai cospicui investimenti nei porti di Mombasa e Dar es Salaam e nelle ferrovie africane, gode a sud del Sahara di un vantaggio competitivo che l’industria italiana è chiamata a colmare.

DEL RE: OCCASIONE ITALIA, SIAMO PRONTI A INVESTIRE

“L’Africa è un continente nel quale stiamo investendo le nostre risorse, con impegno e entusiasmo. L’Africa orientale rappresenta ancora di più uno stimolo per noi, perché abbiamo legami storici molto solidi con quella regione“. A colloquio con l’agenzia ‘Dire’, la viceministra agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale Emanuela Del Re chiarisce che l’Africa e i suoi mercati sono una priorità del governo.

“L’Italia è al fianco di questi Paesi. Anzi vuole investire. L’Africa dell’est è una regione molto produttiva, con un tasso di crescita annua del 6% da circa un decennio ed quindi è molto promettente”, spiega Del Re. “Siamo anche consapevoli del nesso tra sicurezza e sviluppo. Solo con lo sviluppo è possibile creare posti di lavoro e inclusione, evitando la marginalizzazione e i fenomeni di urbanizzazione che umiliano chi non riesce a trovare il suo posto nella società”. Ancora la viceministra: “Per il rispetto dei diritti umani la stessa presenza italiana è un segnale positivo. La sicurezza rimane uno dei problemi più importanti. In Africa facciamo soprattutto formazione. Ci teniamo che la nostra presenza, anche quella militare, porti valori di democrazia e di rispetto dei diritti umani”.

Nel suo intervento al Business Forum, Del Re ha ricordato che i Paesi dell’Africa orientale sono emersi come quelli più dinamici. “La rapida urbanizzazione del continente sta favorendo la crescita di infrastrutture, attrae investimenti e promuove la nascita di nuovi posti di lavoro” ha sottolineato la viceministra. “Anche uno sviluppo così significativo ha però bisogno di ulteriore slancio”.

di Gabriele Carchella

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