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Curiosity trova le prove di vita su Marte

Edizione dell'11 giugno

Pubblicato:11-06-2018 15:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:14
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https://www.youtube.com/watch?v=brAna7KDQZ0&feature=youtu.be

di Edoardo Romagnoli

La speranza di trovare vita su Marte ha da sempre accompagnato i ricercatori di tutto il mondo, ma da oggi questa speranza ha qualche motivo in più per essere alimentata. Il rover Curiosity della Nasa ha infatti trovato degli indizi che potrebbero suggerire che in passato ci sia stata una qualche forma di vita sul Pianeta rosso. Il primo indizio sono delle molecole organiche dure in rocce sedimentarie di 3 miliardi di anni trovate vicino alla superficie, il secondo riguarda l’atmosfera e le variazioni stagionali nei livelli di metano. Le molecole organiche contengono carbonio e idrogeno e possono includere anche ossigeno, azoto e altri elementi; sebbene associate alla vita, le molecole potrebbero essersi formate anche da processi non biologici e non sono necessariamente indicatori di vita. Però sono sicuramente un ottimo inizio, un forte incoraggiamento a continuare il lavoro di ricerca su Marte, come ha sottolineato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la Direzione della missione scientifica presso la sede della Nasa, a Washington.


“Con queste nuove scoperte- ha dichiarato- Mars ci sta dicendo di continuare il corso e continuare a cercare prove di vita. Sono fiducioso che le nostre missioni in corso e programmate ci porteranno verso scoperte mozzafiato sul Pianeta rosso”.

A validare ancora di più, se ve ne fosse bisogno, le nuove scoperte del rover Curiosity è arrivata la pubblicazione sulla rivista Science nell’edizione dell’8 giugno. Ciò che ancora il rover non è riuscito a determinare è la fonte delle molecole organiche, come ha ricordato Jen Eigenbrode del Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt, nel Maryland, che è l’autore principale di uno dei due nuovi articoli scientifici. “Sia che detenga un record di longevità, sia cibo per la vita, o sia esistita in assenza di vita la materia organica nei materiali marziani contiene indizi chimici sulle condizioni e sui processi planetari”. Anche se oggi la superficie di Marte è inospitale, è evidente che nel lontano passato il clima marziano permetteva all’acqua allo stato liquido di affiorare in superficie. I dati di Curiosity infatti rivelano che miliardi di anni fa, un lago d’acqua all’interno del Gale Crater conteneva tutti gli ingredienti necessari per la vita, compresi i componenti chimici e le fonti di energia. “La superficie marziana è esposta alle radiazioni dallo spazio. Sia la radiazione che le sostanze chimiche aggressive distruggono la materia organica- ha ricordato Eigenbrode- Trovare molecole organiche antiche nei primi cinque centimetri di roccia che è stato depositato quando Marte era abitabile alimenta la nostra speranza di conoscere la storia di molecole organiche sul Pianeta rosso con missioni future che perforeranno più a fondo”.

Non solo molecole organiche, Curiosity ha individuato, grazie alla suite di strumenti SAM, Sample Analysis at Mars, delle variazioni stagionali del metano nell’atmosfera marziana nel corso di quasi tre anni di Marte, che è di circa sei anni terrestri. La chimica dell’acqua-roccia potrebbe aver generato il metano, ma gli scienziati non possono escludere la possibilità di origini biologiche. Il metano era stato precedentemente rilevato nell’atmosfera di Marte in grandi pennacchi imprevedibili. Questo nuovo risultato mostra che bassi livelli di metano all’interno del Gale Crater raggiungono ripetutamente il picco nei caldi mesi estivi e calano in inverno ogni anno. Per identificare il materiale organico nel suolo marziano Curiosity ha perforato delle rocce sedimentarie conosciute come mudstone situate in quattro aree nel cratere di Gale. Questo tipo di rocce si è formato nel corso di miliardi di anni dall’accumulo di limo sul fondo dell’antico lago. 

I campioni di roccia sono stati analizzati da SAM che utilizza un forno per riscaldare i campioni, a 500 gradi Celsius, per rilasciare molecole organiche dalla roccia polverizzata. SAM ha misurato piccole molecole organiche che si sono staccate dal campione di fango: frammenti di molecole organiche più grandi che non vaporizzano facilmente. Alcuni di questi frammenti contengono zolfo, che potrebbe averli aiutati a conservarli nello stesso modo in cui lo zolfo viene usato per rendere i pneumatici delle automobili più durevoli. I risultati indicano anche concentrazioni di carbonio organico nell’ordine di 10 parti per milione o più; concentrazioni simili alla quantità osservata nei meteoriti marziani e circa 100 volte maggiore delle precedenti rivelazioni di carbonio organico sulla superficie di Marte. Alcune delle molecole identificate includono: tiofeni, benzene, toluene e piccole catene di carbonio come il propano o il butene. Nel 2013 SAM ha rilevato alcune molecole organiche contenenti cloro nelle rocce nel punto più profondo del cratere. Questa nuova scoperta si basa sull’inventario delle molecole rilevate negli antichi sedimenti lacustri su Marte e aiuta a spiegare perché sono state preservate. Trovare il metano nell’atmosfera e l’antico carbonio preservato sulla superficie dà agli scienziati la sicurezza che il rover Mars 2020 della Nasa e il rover Exomars dell’Esa, European Space Agency, troveranno ancora più materiali organici, sia in superficie che nel sottosuolo superficiale.

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