BOLOGNA – Dell’annunciata (dal presidente Donald J. Trump) sospensione da parte Usa dei versamenti al Green Climate Fund dell’Onu, Scott Pruitt, il capo dell’Epa presente al G7 Ambiente di Bologna, “non ne ha parlato, a fronte di esplicita domanda non ha risposto”. Lo dice Carlo Carraro, vicepresidente dell’Ipcc (International panel on climate change), il Panel scientifico internazionale sui cambiamenti climatici.
“Ho fatto anche la domanda complementare- spiega Carraro- quali altri Paesi sono disposti a sostituire gli Usa nel caso in cui decidessero di interrompere i finanziamenti e solo il Canada ha detto di essere pronto a fare di più, gli altri sono rimasti diplomaticamente attenti a non esporsi sul piano finanziario”.
La questione però non è solo ‘quanti soldi’, ma anche ‘come’. “Alcuni Paesi, tra cui il Cile, sono intervenuti dicendo che non serve aumentare la sostanza del contributo perché è la qualità del contributo che fa la differenza- spiega il vicepresidente dell’Ipcc- i Paesi in via di sviluppo dicono di non avere bisogno di più soldi ma di soldi spesi meglio”.
La Commissione europea, invece, sullo stesso tema “ha detto ‘diamo già molti soldi ai Paesi in via di sviluppo, dobbiamo indirizzarli verso il cambiamento climatico’- prosegue Carraro- non pensano quindi a fondi addizionali ma a fondi usati per altri motivi dati invece per ridurre le emissioni di gas a effetto serra“.
La Commissione Ue “ha detto anche: si spende già molto in infrastrutture, in pianificazione delle città, in infrastrutture energetiche, in nuovi impianti”, quindi “se quei soldi che oggi spendiamo senza fare attenzione agli impatti sul clima fossero spesi diversamente otterremo grandi risultati senza dover mettere risorse addizionali”, prosegue Carlo Carraro, vicepresidente dell’Ipcc. “Conclusione: sembra che la voglia di mettere soldi in più non sia tanto- spiega Carraro- ma sembra ci sia molta intenzione a spendere più saggiamente quello che già c’è“.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it