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La Regione dice (ancora) no al rigassificatore di Zaule

ROMA - La Regione Friuli Venezia Giulia riconferma

Pubblicato:11-06-2015 15:54
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:23

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rigassificatoreROMA – La Regione Friuli Venezia Giulia riconferma il suo giudizio negativo sul rigassificatore di Zaule proposto dalla società Gas Natural, “in quanto non coerente con le prospettive di sviluppo dei traffici del porto di Trieste”, e comunque non è ancora in grado di esprimere formalmente il “parere conclusivo unico regionale” sull’impianto “senza prima conoscere l’esito delle procedure aperte al ministero dell’Ambiente”. È questa la posizione assunta dalla Regione in sede di Conferenza dei Servizi convocata oggi a Roma dal ministero dello Sviluppo economico, alla quale era presente l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito.

“Lo sviluppo del traffico contenitori e ro-ro (Roll on – Roll off, le navi-traghetto vere e propria, ndr) nel porto di Trieste- dice Vito- rappresenta una scelta strategica dell’Amministrazione regionale, come confermano le indicazioni del Piano regionale delle Infrastrutture”. Nel definire il nuovo modello di sviluppo industriale e commerciale del porto di Trieste, attraverso l’integrazione del Piano regolatore portuale, “l’Autorità portuale- aggiunge- ha giudicato incoerente il rigassificatore, e dello stesso parere sono i Comuni e la Provincia”.

Alla Conferenza dei servizi, la Regione ha oggi ricordato che ci sono “due procedimenti sospesi al ministero dell’Ambiente (i pareri tecnici sulla valutazione d’incidenza dell’Area marina di Miramare e sull’elettrodotto interrato di collegamento del terminal Gnl alla rete elettrica)” e che “manca ancora la conclusione della procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) per il progetto del metanodotto Sealine”.


Su quest’ultimo punto, Alla Conferenza dei servizi, la Regione Friuli Venezia Giulia ha ricordato che “la commissione nazionale Via-Vas ha valutato la potenziale interferenza tra le previsioni del nuovo Piano regolatore del porto di Trieste e il progetto di allacciamento del rigassificatore, riscontrando in sintesi una incompatibilità nell’esercizio dell’opera”.

Manca inoltre, è stato sempre ricordato oggi, “la formalizzazione dell’accordo tra Italia e Slovenia in merito all’ubicazione esatta del terminale Gnl nell’Adriatico settentrionale, così come previsto da uno specifico regolamento dell’Unione europea, il 1391 del 2013”.

La Regione adesso concluderà la sua Conferenza dei servizi interna, per esprimere il parere conclusivo, dopo aver ottenuto le risposte dal ministero dell’Ambiente, che si dovrà pronunciare entro 90 giorni.

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