BOLOGNA- Dinamiche e comportamenti “disfunzionali”, disagio, bullismo. E sempre più spesso arriva lo psicologo in classe. Anche a Bologna, dove le osservazioni condotte da specialisti in aula aumentano a ritmi esponenziali: dall’anno scolastico 2020-2021 a quello successivo si è passati da 402 a 995 osservazioni in classe negli istituti comprensivi, da 60 a 170 nelle scuole superiori. A portare all’intervento dello psicologo sono dinamiche comportamentali e relazionali disfunzionali, prevenzione di situazioni di disagio, individuazione di strategie di apprendimento efficaci, confronto, riflessione, condivisione delle “fatiche” emotive-relazionali dei ragazzi. E’ quanto emerge dal monitoraggio delle attività degli sportelli di ascolto nelle scuole della Città metropolitana.
Secondo il report, sono quasi raddoppiati anche gli invii dagli sportelli di Ascolto ai servizi socio-sanitari-educativi del territorio: da 238 a 423 per gli istituti comprensivi, da 309 a 667 per le secondarie di secondo grado. Per i primi gradi di istruzione primaria, fino alla terza media, il monitoraggio rileva in particolare l’aumento degli invii ai servizi educativi scolastici territoriali, da 25 a 135, mentre per le superiori, gli invii ai servizi sociali, alla neuropsichiatria e allo spazio giovani (rispettivamente con 155, 191 e 207, a fronte di 52, 65, 105 dello precedente anno scolastico.
Attraverso i colloqui realizzati dagli sportelli, sono stati raggiunti complessivamente 2.391 genitori, 1.973 insegnanti e 5.946 studenti. I colloqui con gli studenti delle scuole medie hanno fatto emergere problematiche relazionali in classe e in famiglia, episodi di bullismo e vissuti di isolamento ed esclusione, scarsa motivazione e senso di inadeguatezza, problemi con l’alimentazione. Si cerca supporto agli sportelli d’ascolto anche per necessità di orientamento alla scelta del percorso scolastico, problematiche con la gestione dell’ansia, depressione e scarsa autostima, difficoltà legate al momento di crescita e di cambiamento, problemi in famiglia, legate in particolare a divorzi e separazioni, oppure vissuti legati all’immigrazione.
Non diversa la condizione di fragilità dei ragazzi più grandi: allo psicologo si confidano difficoltà nel rapporto con i compagni e nella gestione dei social, difficoltà nelle relazioni in famiglia, nella gestione delle separazioni dei genitori e nella gestione delle aspettative familiari, difficoltà nella gestione delle relazioni con gli insegnanti e delle dinamiche scolastiche. Crescono le preoccupazioni e ansia legate alla crescita personale, la difficoltà nella gestione dell’ansia, degli attacchi di panico e degli stati ossessivi.
Gli specialisti hanno toccato con mano situazioni di “depressione e autolesionismo, scarsa autostima e percezione distorta del sé, problematiche legate ai disturbi alimentari, fragilità personali-familiari, ansie derivanti della pandemia, preoccupazioni connesse al Covid e alla Dad, comportamenti a rischio e ritiro sociale, problematiche legate all’orientamento sessuale, difficoltà nell’essere ascoltati, accettati, nell’essere ‘visti’ nei propri bisogni (soprattutto dagli adulti) e nel rivendicare un proprio spazio”, si legge nel report.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it