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Caro affitti, universitari in tenda anche a Bari e Napoli. Domani previsto un flash mob

Dall'ultimo studio del Censis emerge che nell'anno accademico 2022/2023, 9.400 studenti non hanno avuto la possibilità di iscriversi all'università

Pubblicato:11-05-2023 12:55
Ultimo aggiornamento:11-05-2023 13:26

caro affitti napoli e bari
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NAPOLI – Tende da campeggio montate anche a Napoli per protestare contro il caro affitti, la speculazione abitativa e la gentrificazione. Domani, venerdì 12 maggio, alle 10:30, nel cortile di Porta di Massa, in una delle sedi dell’Università Federico II, è in programma un flash mob organizzato dal Collettivo Autorganizzato Universitario (Cau). “Sono tante le testimonianze di studenti e studentesse – spiegano dal Cau – che non riescono a trovare o permettersi una casa per via dell’ingente aumento dei prezzi, che vivono in case fatiscenti e vedono calpestato il loro diritto allo studio”.

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IL TURISMO DI MASSA HA AUMENTATO LA SPECULAZIONE ABITATIVA


“Dall’ultimo studio effettuato dal Censis – denunciano gli studenti – risulta che nell’anno accademico 2022/2023, 9.400 studenti non hanno avuto la possibilità di iscriversi all’università e di questi, 4.900 sono residenti al sud Italia, tanti altri sono stati costretti ad abbandonare gli studi, perché non hanno potuto permettersi di pagare un alloggio e gli altri beni di prima necessità. Il turismo di massa ha alimentato fortemente la speculazione abitativa e inoltre il costo della vita si alza sempre di più, rendendo insostenibili le spese per chi arriva in città per studiare. Le università della città di Napoli ignorano questa realtà, gli studentati non sono abbastanza rispetto al numero di studenti e studentesse che ne fanno richiesta e sono spesso strutture in condizioni precarie”.

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Alla luce di questa situazione, il collettivo ha deciso di unirsi alle proteste che si stanno svolgendo in tutta Italia, montando delle tende da campeggio con dei cartelli che riportano gli attuali prezzi delle case in affitto, denunciando così “le condizioni che studenti e studentesse devono sopportare solo per poter continuare ad esercitare il diritto allo studio”. Gli studenti hanno scelto di lanciare il flash mob “Camping Porta di Massa” con queste parole: “Se dobbiamo stare scomodi, almeno scegliamo noi dove! E, perché no, magari dove le utenze non si pagano. La casa è un diritto l’affitto è una rapina!”.

TENDE DAVANTI A UNIVERSITÀ BARI: IL SUD SI MOBILITA

Dopo Milano, Bologna, Firenze, Torino e altre città, e dopo che a Roma le tende sono comparse anche davanti al ministero dell’Università, siamo da oggi accampati anche davanti all’università di Bari”. A farlo sapere è il collettivo Cambiare Rotta. Davanti alla sede dell’ateneo è stato esposto uno striscione con la scritta “Stanchi di attenere. Ora: studio-casa-reddito” che invita a partecipare allo sciopero generale del prossimo 26 maggio. “Le nostre richieste – spiegano da Cambiare Rotta Bari – vanno tutte nella direzione dell’elaborazione e dell’attuazione di politiche e strumenti che servano per garantire realmente il diritto allo studio a tutti. Invitiamo tutti gli studenti di tutti gli atenei alla mobilitazione continua e permanente”. Chiedono: “un reddito studentesco universitario per gli studenti delle fasce popolari, per svincolare gli studenti dal buco nero del lavoro povero, per coprire le spese per il materiale didattico, per l’affitto e per tutto ciò che rientra nella vita di uno studente. Vogliamo che questo reddito sia pagato agli studenti attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitto e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato. Ma sappiamo che l’intervento pubblico non può limitarsi a questo, ma deve essere ancora più strutturale, per imboccare nettamente la strada verso la soluzione complessiva del problema degli affitti per gli studenti”.

“Serve quindi – osservano gli studenti – un piano pubblico di investimenti per l’ampliamento degli studentati esistenti e per la costruzione di nuovi studentati, che siano capaci di soddisfare la richiesta studentesca e che rimangano in mano pubblica. In continuità con questo, vogliamo l’interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, affinché l’intervento sulle politiche abitative ritorni ad essere in mano pubblica, di Mur e Mims, e non alla mercè dei grandi privati”. Infine, “l’abolizione della legge 431/98 e la reintroduzione dell’equocanone, con l’istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca”.

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