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Parla Alaa, volontaria a Gaza: “Niente festa di fine Ramadan, solo paura per le esplosioni”

Ieri i ragazzi si stavano vestendo per le celebrazioni quando i miliziani hanno lanciato oltre 150 razzi in direzione di Gerusalemme e altre località a sud del Paese

Pubblicato:11-05-2021 15:59
Ultimo aggiornamento:11-05-2021 15:59
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bambini striscia di gaza
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ROMA – “I ragazzi avevano ricevuto vestiti nuovi in vista della festa per lo Eid al-Fitr, l’ultimo giorno di Ramadan, ma non potevano esserne più di tanto felici per via delle bombe e della guerra”. È la testimonianza di Alaa, una giovane attivista di Gaza City, la città più popolosa dei Territori palestinesi, colpita tra ieri e oggi da raid israeliani che secondo le autorità locali hanno causato almeno 24 vittime.

Alaa, che preferisce non fornire il proprio cognome, lavora per una fondazione caritatevole che si occupa di fornire aiuto ai ragazzi più bisognosi di Gaza City. All’agenzia Dire descrive una città, ieri, in fermento per i preparativi delle celebrazioni della fine del mese sacro, con “genitori e figli intenti a preparare dolci e a comprare vestiti” e “mercati pieni”. Circa 120 chilometri più a nord, oltre il valico che fa da confine con il territorio israeliano, a Gerusalemme, la giornata è stata invece segnata da scontri tra manifestanti palestinesi e forze dell’ordine presso il complesso della moschea di Al-Aqsa, che hanno provocato oltre 200 feriti secondo quanto riferisce la Mezzaluna palestinese.

In risposta alle violenze, il movimento nazionalista Hamas decide di lanciare un ultimatum per il ritiro della polizia israeliana dal luogo sacro. Nel pomeriggio di ieri, a fronte della mancata risposta israeliana, i miliziani hanno lanciato oltre 150 razzi in direzione di Gerusalemme e di altre località del sud del Paese. Poche ore dopo, intorno alle 17 italiane, è giunta la risposta dell’esercito israeliano. “Abbiamo sentito delle esplosioni improvvise in diversi punti della città” riferisce Alaa. “Sono stati colpiti alcuni luoghi dove c’erano dei bambini e sappiamo che almeno nove di loro sono morti“.


Da quel momento in poi, dice la ragazza, “per tutta la città ha riecheggiato il suono dei caccia israeliani, che hanno distrutto alcuni palazzi e anche danneggiato infrastrutture civili”. Secondo l’esercito israeliano, a essere colpiti sono stati “130 obiettivi militari appartenenti ad Hamas”, mentre i miliziani uccisi sarebbero almeno 15. Alaa continua: “Ieri abbiamo lavorato a questo progetto per fornire i vestiti ai bambini più bisognosi in vista della fine del Ramadan. Ma come si può essere felici? Non siamo neanche riusciti a dormire dallo spavento delle esplosioni”.

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