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Contrabbando di sigarette e cialis tra Italia e Libia, in manette militari della Marina

La procura di Brindisi ha ottenuto l'arresto di sei persone, altre invece sono agli arresti domiciliari e una è stata sottoposta all'obbligo di dimora

Pubblicato:11-05-2020 11:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:17
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BARI – Erano impegnati nell’operazione “Mare sicuro” facendo la spola tra l’Italia e la Libia. Tratta che hanno usato per trasportare sigarette di contrabbando e cialis, il farmaco per curare la disfunzione erettile e l’ipertensione polmonare arteriosa. Ne è convinta la procura di Brindisi che ha chiesto e ottenuto l’arresto di sei persone, cinque sono militari della Marina: uno di loro è in carcere. Gli altri, invece, sono agli arresti domiciliari e uno è stato sottoposto all’obbligo di dimora. Le accuse contestate nell’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Brindisi sono imbarco arbitrario di merci di contrabbando su una nave militare, peculato d’uso, istigazione alla corruzione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico.

I destinatari del provvedimento richiesto dal magistrato Antonio De Donno, sono Marco Corbisiero di 44 anni ora in cella a Brindisi, Hamza Mohamed Ben Abulad, 39enne ufficiale della guardia costiera libica di Tripoli, Antonio Filogamo, 44enne originario del napoletano, Roberto Castiglione, nato a Taranto 47 anni fa, Antonio Mosca, 41enne del brindisino e Mario Ortelli, 40enne di Napoli, l’unico sottoposto all’obbligo di dimora.

L’indagine è iniziata dopo un controllo effettuato sulla nave Caprera, arrivata nel porto di Brindisi da Tripoli il 15 luglio di due anni fa e di cui Corbisiero era ufficiale tecnico della Marina – dal 13 ottobre 2017 al 6 maggio 2018 – ricoprendo anche l’incarico di capo del team preposto al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina. Gli indagati sono considerati i responsabili della pianificazione del trasporto di tabacchi, 774 chili complessivi, da Tripoli all’Italia. Secondo quanto accertato dalle indagini, le sigarette sarebbero state vendute al personale della Marina di Taranto. Per i finanzieri che hanno condotto le indagini, “Corbisiero eègravemente indiziato di aver offerto utilità al personale imbarcato sulla Caprera – nella specie la cessione del tabacco di contrabbando non ancora scaricato in banchina – per comprarne il silenzio e per assicurarsi la mancata denuncia alla locale Autorità giudiziaria dell’introduzione nel territorio nazionale dell’illecito carico”. Inoltre per pagare le sigarette e il farmaco il militare avrebbe saldato il carico con fatturazioni, a carico dello Stato, “per operazioni in tutto o in parte inesistenti poste per l’acquisto di beni e servizi necessari, acquistati da una sedicente società libica a nome Altikka For Service e riconducibile al libico arrestato, al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina verso l’Italia”. Alle indagini hanno collaborato la Marina e l’ambasciata italiana in Libia.


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