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La nuova frontiera dei meteoriti, così li vedremo arrivare

Ne abbiamo parlato con Ettore Perozzi, fisico dell'Agenzia spaziale italiana (Asi)

Pubblicato:11-05-2020 09:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:17

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Sono frammenti di asteroide che solcano il cielo e arrivano sulla Terra, perdendosi in fondo agli oceani o atterrando in zone del nostro pianeta in cui un piccolo esercito di appassionati si diletta nella loro ricerca: i meteoriti sbarcano adesso anche da Christie’s. E’ notizia di pochi giorni fa che la prestigiosa casa d’aste a fine maggio batterà, tra i suoi pezzi, un frammento di Luna oltre a un’altra quarantina di rocce venute dallo Spazio. Abbiamo parlato del loro fascino, ma anche del loro ruolo nella ricerca scientifica, con Ettore Perozzi, fisico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Innanzitutto, abbiamo chiarito cosa intendiamo per meteoriti.


“Scientificamente i meteoriti sono dei pezzetti di asteroide e siccome gli asteroidi hanno delle caratteristiche primitive, guardare un meteorite è un po’ come guardare nel passato del Sistema solare – significa avere tra le mani un pezzetto dei mattoni con cui sono stati costruiti i pianeti. Ci sono poi i meteoriti metallici, che sono nuclei di planetoidi. Come dire: riesco a toccare ciò che dovrebbe stare al centro della Terra– spiega Perozzi-. Poi c’è un punto che riguarda la frontiera della ricerca scientifica”. Si tratta di riuscire a prevedere la zona di atterraggio delle rocce spaziali, utilizzando telescopi che riescano a mappare un’amplissima parte di cielo. E’ già successo, tre volte. “Abbiamo detto che i meteoriti sono dei piccoli asteroidi- prosegue Perozzi-, che si bruciano nell’atmosfera e quello che avanza è, appunto il meteorite. È molto difficile vederli prima che cadano perche’ sono oggetti di appena qualche metro. Servono quindi telescopi molto particolari, con un campo di vista estremamente grande. Nel 2008 siamo riusciti per la prima volta a vedere un futuro meteorite quando era ancora nello spazio. Abbiamo potuto cosi’ calcolarne la traiettoria e capire che sarebbe caduto nel deserto del Sahara. È successo fino ad oggi altre due volte, nel 2014 e nel 2018″.

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Con le tecniche affinate di recente è stato possibile prevedere l’arrivo di piccoli asteroidi con un giorno di anticipo. Quello che ci si aspetta, spiega Perozzi, è che in futuro sia la normalità riuscire a prevedere la traiettoria di asteroidi prima che diventino meteoriti, che, lo ricordiamo, non sono rischiosi per l’uomo.

In particolare, l’Agenzia spaziale italiana sta promuovendo l’installazione, in Sicilia, del telescopio Flyeye dell’Agenzia spaziale europea, destinato proprio alla scoperta di asteroidi che passano nei dintorni della Terra.

“Il telescopio si chiama Flyeye, occhio di mosca, proprio perché avra’ un grandissimo campo di vista, equivalente a quello di sedici telescopi di uguali dimensioni. Il telescopio è in costruzione, in stadio molto avanzato e sara’ completato all’inizio del prossimo anno. Il progetto è nato in Italia, all’Istituto nazionale di astrofisica e realizzato grazie all’industria aerospaziale italiana. Avra’ un campo di vista di 45 gradi quadrati: è cioe’ in grado di vedere un pezzo di cielo grande come se si mettessero 180 lune una vicina all’altra”.

Flyeye sarà installato in Sicilia, sul Monte Mufara, nelle Madonie.

L’osservazione del cielo in cerca di meteoriti può intanto contare anche sul supporto della rete Prisma, la stessa che si è attivata pochi mesi fa alla ricerca del ‘meteorite di Capodanno’. Il funzionamento è a basso costo: si basa sull’uso di internet e telecamere, che vedono tutto il cielo. Avvistata la striscia di un meteorite in caduta, tramite la rete vengono inviati i dati a un centro di elaborazione in grado di fornire le coordinate dell’area in cui è caduto.

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Come si fa, però, a capire se il meteorite trovato viene proprio dal cielo e non si tratta, invece, di un sasso? Bisogna rivolgersi a degli esperti, che analizzeranno il reperto. Un indizio importante e’ controllare se contiene ferro, e per farlo può essere usato un semplice magnete. Ma solo le analisi della composizione sveleranno se è un prodotto “terrestre”, o se, invece, arriva dallo Spazio, ci ha spiegato Perozzi. Un altro fenomeno tipico che distingue il meteorite da una roccia terrestre è il segno dello stress termico: attraversando l’atmosfera si è bruciato, e sulla sua superficie questo passaggio a altissima temperatura sarà visibile.

Il meteorite ha anche un valore economico.

“C’è un mercato perché sono in un certo senso delle pietre preziose. Niente di esagerato- chiarisce Perozzi-, ma un meteorite di qualche chilo può valere anche qualche migliaio di euro. Poi ci sono cose particolari: un piccolo meteorite marziano, che è un pezzetto di crosta marziana giunto sulla Terra, può valere anche 20-30mila euro. C’è tutto un mondo di pietre rare“.

Chi non è interessato né alla ricerca né all’acquisto di meteoriti li può ammirare nei musei. Il Vaticano ne ha una bellissima collezione, ci racconta Perozzi, così come il museo di mineralogia dell’Università Sapienza di Roma e il Museo di Scienze Planetarie di Prato.

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