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REGGIO CALABRIA – La prima fattoria didattica nel Parco nazionale d’Aspromonte ha preso vita a Canolo, piccolo borgo della città metropolitana di Reggio Calabria in piena area protetta. Grazie all’intraprendenza di una giovane coppia del posto e ad un cofinanziamento dell’Ente Parco, i prodotti locali, le tradizioni enogastronomiche e contadine hanno preso vita con tre progetti specifici che hanno fatto riscoprire le buone pratiche di integrazione tra la cultura ambientalista e la valorizzazione del territorio. A Canolo nella fattoria ‘Sapori antichi d’Aspromonte’ sono nati i progetti Galline felici, Dal grano al pane e I 3 e più porcellini, sintesi di quanto può esprimere in termini di eccellenze il territorio del piccolo comune.
“Dal nostro impegno, insieme a mio marito – ha dichiarato all’agenzia Dire la titolare Laura Stilo – siamo riusciti a coinvolgere altri nove dipendenti, tutti di Canolo. Vogliamo restare e non fare morire l’Aspromonte“.
“La sinergia con il Parco Nazionale ci ha spinto a non mollare a pensare sempre di migliorare, valorizzando il nostro territorio e le nostre ricchezze naturali e umane. Oltre alle produzioni a km zero di salumi, grano e ortaggi come la patata – ha concluso Stilo – stiamo già pensando alle produzioni casearie che consentiranno di coinvolgere altre tre unità lavorative”.
“Conciliare la natura con l’agricoltura, intesa come produttiva e protettiva, aumenta il valore della nostra montagna – ha affermato il presidente del Parco d’Aspromonte, Giuseppe Bombino – raccontiamo qualcosa di nuovo, non atti di eroismo, ma la normalità del lavoro di persone che amano valorizzare la propria terra“.
Il paese ha reagito bene all’iniziativa della fattoria didattica, all’inaugurazione delle attività, alle quali si aggiunge anche la Casa del fattore, hanno partecipato molti cittadini del borgo, la terna commissariale che regge l’Amministrazione comunale e lo stesso Prefetto della provincia, Michele di Bari, impegnato da diverso tempo in azioni di ripristino della legalità.
L’esempio più concreto è il contrasto alle cosiddette Vacche sacre che proprio in Aspromonte vengono utilizzate per danneggiare gli agricoltori che non si piegano al volere della ‘ndrangheta.
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