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A Pozzuoli scoperti altari di età romana sommersi: oggi la visita di Sangiuliano e Musumeci

In occasione della Giornata del mare, il ministro della Cultura: "Il Parco sommerso di Baia sia noto nel mondo"

Pubblicato:11-04-2023 15:54
Ultimo aggiornamento:11-04-2023 15:58

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BACOLI – Sul fondo del mare di Pozzuoli, nel cuore dell’antico porto commerciale della Puteoli romana, sono stati localizzati e documentati due altari in marmo di età romana, databili alla prima metà del I secolo d.C., inseriti all’interno del grande Tempio dei Nabatei, oggi sommerso per effetto del bradisismo.
In occasione della Giornata Nazionale del Mare, il ministro per la Protezione civile le Politiche del mare, Nello Musumeci, e il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, hanno visitato quest’oggi le aree archeologiche sommerse tra Bacoli e Pozzuoli (Napoli) partecipando al discoprimento degli altari nabatei di Dusares sommersi.

I Nabatei, popolazione dedita al commercio tra l’Oriente, l’Oceano Indiano e Roma, erano stanziati nelle aree desertiche della Penisola Arabica, ma avevano, sin dalla prima età imperiale, impiantato una loro base all’interno del porto puteolano, il più grande scalo commerciale del Mediterraneo romano. Di questa enclave mercantile, l’unica al di fuori della madrepatria, si conoscevano finora basi e lastre iscritte con dediche – in latino – al dio tutelare Dusares, rinvenute sui fondali di Pozzuoli a più riprese tra il XVIII secolo e gli anni Ottanta del Novecento, e poi confluite nelle collezioni dei Musei di Napoli e del Castello Aragonese di Baia. Rimaneva approssimativa la collocazione del santuario di riferimento, oggi individuata con strumenti topografici di precisione che hanno consentito di inserire il Tempio nel quadro topografico più ampio del vicus Lartidianus.

Il rinvenimento degli altari, simili a quello custodito nel Castello di Baia, si inserisce all’interno di una proficua attività di ricerche messe in campo a partire dalla fine del 2021, nell’ambito di una convenzione tra Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, con il coinvolgimento della Scuola Superiore Meridionale per il coordinamento delle attività subacquee, e con il prezioso supporto logistico dei Carabinieri Subacquei – Nucleo di Napoli.


Le ricerche hanno consentito, oltre al corretto posizionamento del Tempio, di riconoscere ambienti, magazzini, edifici dell’amministrazione imperiale e assi viari dell’antico porto. La localizzazione definitiva degli altari, avvenuta anche grazie alla fattiva collaborazione dell’assistente tecnico subacqueo della Soprintendenza Carlo Leggieri e al supporto offerto dai carabinieri subacquei del Nucleo di Napoli, con il comandante Sandro Bucalo, consente oggi di comprendere meglio l’articolazione di questo complesso settore del porto puteolano, in cui gli edifici sacri delle comunità di stranieri si ergevano a strettissimo contatto con le lunghe file di magazzini destinati a stoccare le tante merci in transito nello scalo, pronte a essere smistate verso la Campania o reindirizzate direttamente a Roma.

SANGIULIANO: PARCO SOMMERSO BAIA SIA NOTO NEL MONDO

“Questo è uno dei siti archeologici marini più importanti del Mediterraneo, denso di storia e di significati. Rappresenta la storia di Roma, quindi una geografia identitaria del nostro popolo. Dobbiamo lavorare sia per portare alla luce nuovi reperti, fare dei nuovi allestimenti, ma soprattutto dobbiamo lavorare affinché questo Parco sia noto in tutto il mondo, perché il suo valore è un valore davvero denso di significato, molto articolato, molto importante. Quindi ci vuole un’opera di valorizzazione”, ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione della Giornata Nazionale del Mare, prima di iniziare la visita delle aree archeologiche sommerse tra Bacoli e Pozzuoli. “Credo – ha aggiunto – che la cultura possa essere un grande fattore di sviluppo socio economico soprattutto in quella che una volta veniva definita Campania Felix e che può tornare ad essere tale”.

MUSUMECI: PROTOCOLLO ARCHEOLOGIA MARINA PER AUMENTARE RICERCHE

“Il protocollo archeologia marina è la riproduzione di un obiettivo comune, quello cioè di consolidare, aumentare le ricerche, la collaborazione con il mondo scientifico, qualche strumento in più per recuperare tutto quello che si può recuperare dai fondali e per valorizzare quello che deve restare sui fondali. Firmatari del protocollo 4-5 ministeri tra cui Ambiente, Istruzione e Università”, ha detto da Bacoli (Napoli) il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci.

MUSUMECI: AVVIATO PERCORSO NUOVO PER PIANO NAZIONALE

“Il mare conserva testimonianze archeologiche straordinarie e qualche volta ce le restituisce come è successo con le navi greche in Sicilia. Oggi abbiamo avviato un percorso nuovo, in collaborazione tra tutti i ministeri che direttamente o indirettamente si occupano di mare: sono 11, e sono gli stessi ministeri con i quali realizzeremo il piano nazionale per il mare che sarà lo strumento di pianificazione che prevede le criticità ma anche le possibili soluzioni. Il mare non soltanto per contemplarlo, per immergersi, ma anche per farne una straordinaria occasione di crescita in termini economici, naturalmente in maniera sostenibile perché va tutelato essendo un bene assolutamente primario e unico nella sua essenza e nel suo valore”, ha annunciato Musumeci.

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