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Acqua, domani a Napoli confronto tra geologi, chimici e agronomi

Il titolo dell'incontro è 'L’acqua un bene prezioso da non sprecare'

Pubblicato:11-04-2018 05:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:45
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NAPOLI – ‘L’acqua un bene prezioso da non sprecare‘ è il titolo dello short course che si svolgerà domani a Napoli. Dalle 8,30, al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, in via Ponte di Tappia 23, geologi, chimici e agronomi saranno ancora una volta insieme per una causa comune: l’acqua, un patrimonio inestimabile da salvaguardare.

In particolare si discuterà della natura geologica e geotettonica della Campania, che favorisce l’instaurarsi di ambienti idrogeologici capaci di ospitare tra le più importanti e pregiate risorse idriche d’Europa. Si parte da un dato: il 30% delle risorse idriche oggi disponibili viene sperperato direttamente o indirettamente.

Il forte incremento demografico degli ultimi decenni e lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria hanno fatto lievitare la richiesta d’acqua al punto di evidenziare casi di eccessivo sfruttamento. Anche l’effetto serra gioca un ruolo di assoluto rilievo nelle variazioni climatiche, che si stanno verificando e che andranno sicuramente ad accentuarsi nei prossimi anni. Infatti, le emissioni di gas di scarico delle industrie e degli impianti provocano un aumento medio delle temperature con relativa diminuzione della piovosità in aree dove la presenza di acqua è già scarsa.


Altra osservazione dei promotori dell’incontro partenopeo è quella per cui “non si può non considerare l’inquinamento delle acque piovane derivato dalle sostanze nocive immesse, spesso illegalmente, nell’ambiente. Sono questi – sostengono – gli elementi che danno origine al problema delle piogge acide dovute all’introduzione di prodotti tossici, fumi, contenenti zolfo che a contatto con l’umidità atmosferica si trasformano in acido che, cadendo sul terreno sotto forma di pioggia, brucia la vegetazione provocando ingenti danni, che sono da sommare a quelli causati dai pesticidi e concimi chimici. Tutte queste sostanze finiscono nei terreni e, in alcuni casi, potrebbero anche inquinare le falde acquifere”.


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