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ROMA – “Mi sono commossa appena l’ho saputo, mi sono dovuta sedere“. A parlare, all’agenzia Dire, è Maria Tuzi figlia del brigadiere della Caserma dei carabinieri di Arce, Santino, morto suicida 7 anni dopo la scomparsa e il ritrovamento del corpo senza vita di Serena Mollicone nel boschetto dell’Anitrella, località Fonte Cupa, a pochi chilometri da casa. La 18enne era scomparsa l’1 giugno ed era stata ritrovata il 3. Appena pochi giorni prima della sua morte, Santino Tuzi aveva rivelato che Serena era stata nella Caserma di Arce. La Cassazione ha annullato la sentenza di appello che aveva assolto la famiglia Mottola, quindi l’ex Maresciallo dei Carabinieri Franco, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco, e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
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“Contenta per la sentenza, è stata una decisione giusta da parte della Cassazione- ha detto ancora Tuzi- Le prove ci sono ma sono state sottovalutate o non valutate nel modo giusto. Speriamo che ora qualche testimone si svegli e dica le cose come stanno”. In una sentenza della Cassazione che non archiviasse il caso “ci speravo ma ero preparata al peggio. Appena il mio avvocato mi ha dato la notizia il mio primo pensiero è andato a Guglielmo. Ora tutto il tempo necessario per arrivare alla verità. Non vogliamo ‘un’ colpevole ma ‘il’ colpevole, come diceva anche Guglielmo”.
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