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Da casa famiglia in Ucraina verso la Moldavia, Ai.Bi: “I bambini ci chiedono dove andranno”

Nei 633 orfanotrofi dell'Ucraina sono ospitati circa 98mila minori

Pubblicato:11-03-2022 15:33
Ultimo aggiornamento:27-05-2022 18:40

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ROMA – “Sono spaventati e chiedono di continuo di sapere quale sarà la destinazione finale del loro viaggio; per fortuna hanno accanto due genitori-educatori affettuosi, che cercano di trasmettere sicurezza”. Stela Vasluian, referente in Moldavia dell’associazione Amici dei bambini (Ai.Bi), parla di nove minorenni arrivati da una casa famiglia nella città ucraina di Mykolaiv.

La testimonianza è raccolta dall’agenzia Dire al telefono, dalla capitale Chisinau. “Questi bambini sono scappati dalla guerra la settimana scorsa, mentre nella regione del mar Nero erano in corso i bombardamenti” sottolinea Vasluian. “Noi li abbiamo accolti alla frontiera con la Moldavia dopo aver consegnato cibo, vestiti caldi per l’inverno e prodotti per l’igiene personale; ora cercheranno di proseguire il viaggio in un luogo più sicuro”.

Chisinau è la capitale di una ex repubblica sovietica situata tra l’Ucraina e la Romania. “Il conflitto cominciato il 24 febbraio ha già spinto oltre 250mila persone ad attraversare il confine con la Moldavia” sottolinea Vasluian. “Circa la metà di questi profughi è già ripartita verso Paesi dell’Unione Europea, mentre noi continuiamo ad aiutare i nuovi arrivati”.


Dal 1986, Ai.Bi opera in Italia e in 33 Paesi nel mondo con l’obiettivo di “garantire a ogni minore il diritto di essere figlio”. Con l’inizio del conflitto gli interventi sono continuati sia in Ucraina, in particolare per garantire la sicurezza dei minori nella città di Volodarka, sia in Moldavia, con la distribuzione di beni di prima necessità per bambini e famiglie alla dogana e con attività di animazione e sostegno psicologico presso un campo profughi allestito al MoldExpo di Chisinau.

Secondo stime diffuse in questi giorni, nei 633 orfanotrofi dell’Ucraina sono ospitati circa 98mila minori. Marco Griffini, il presidente di Ai.Bi, ha sottolineato di recente che ormai molti istituti non sono più sicuri. Mentre tanti ragazzi lasciavano i luoghi più a rischio con le proprie famiglie, in particolare con le madri, esentate dall’obbligo del servizio militare, l’associazione ha trasferito 16 bambini anche in Polonia.

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