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VIDEO | A Trapani sequestro da 6 milioni di beni a imprenditore vicino a Messina Denaro

Per Nicolò Clemente è stata proposta anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno "perchè indiziato - spiega la Dia - di appartenere a Cosa nostra"

Pubblicato:11-03-2020 11:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:07
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PALERMO – Sequestro di beni a un imprenditore di Castelvetrano, in provincia di Trapani, considerato dalla Dia “vicino” al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Il provvedimento è stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani su proposta della Direzione investigativa antimafia. L’imprenditore è Nicolò Clemente, per cui è stata proposta anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno “perchè indiziato – spiega la Dia – di appartenere a Cosa nostra”.

Sequestrati i compendi aziendali delle società ‘Clemente Costruzioni srl’, ‘Calcestruzzi Castelvetrano srl’ e ‘Selinos srl’, oltre che numerosi terreni e fabbricati e depositi bancari per un valore complessivo di oltre sei milioni di euro.


Su Clemente, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, pende l’accusa di partecipazione in associazione mafiosa ma il processo è ancora in corso presso il tribunale di Marsala.

Di Clemente hanno parlato i collaboratori di giustizia Lorenzo Cimarosa e Giuseppe Grigoli, che lo hanno indicato come “una delle più attive espressioni imprenditoriali di quel sodalizio mafioso – dice la Dia -, capace di infiltrare e condizionare il tessuto economico locale nei settori dell’edilizia pubblica e privata”.

Secondo gli investigatori Clemente, “forte del suo rapporto diretto e privilegiato con Matteo Messina Denaro”, avrebbe nel tempo “sistematicamente partecipato, attraverso le proprie aziende, alla spartizione delle commesse nel settore delle costruzioni edili e del calcestruzzo”.

L’imprenditore sarebbe quindi “pienamente inserito nel contesto mafioso-imprenditoriale castelvetranese attraverso una logica spartitoria ispirata dai vertici della famiglia mafiosa ed attuata mediante il sistematico ricorso alla violenza e alla minaccia nei confronti dei committenti riottosi a piegarsi di fronte alla sua caratura mafiosa”.

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