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VIDEO | Avvocata Tringali: “La violenza è strutturale, non è un’emergenza”

E’ questo, secondo l’avvocata Maria Concetta Tringali, del centro antiviolenza di Galatea in Sicilia, il dato piu’ importante per affrontare il dramma dei femminicidi

Pubblicato:11-03-2019 15:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:13
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ROMA – “La violenza sulle donne è strutturale. Correggiamo l’impostazione di emergenza con cui viene trattata”. E’ questo, secondo l’avvocata Maria Concetta Tringali, del centro antiviolenza di Galatea in Sicilia, il dato piu’ importante per affrontare il dramma dei femminicidi. Da questi cinque anni di lavoro sul campo è nato ‘Femminicidio e violenza di genere’ (Edizioni SEB27), presentato in anteprima all’agenzia Dire.

“Una guida operativa per tutte le donne, non solo quelle vittime di violenza, perché il fenomeno è trasversale” e bisogna lavorare sulla prevenzione e “formazione, fin dalle scuole”. “Sono state 126 le vittime nel 2017, e 106 nei primi dieci mesi del 2018. Questi i numeri presentati dalla Commissione d’inchiesta sul femminicidio a marzo 2018- ha ricordato Tringali- e ci confermano che la violenza è strutturale e globale, non un’emergenza”.


Per questa ragione, anche da un punto di vista terminologico “il Codice rosso- ha sottolineato l’avvocata- che è una corsia privilegiata – che tuttavia esisteva già dalla legge sul femminicidio del 2013 – e’ un’operazione in parte mediatica. Bisogna proprio smontare questa idea dell’emergenza, alla quale il nome rimanda”.

Il percorso di una donna vittima di violenza

All’avvocata Maria Concetta Tringali, ed è questo ‘il vademecum’ che il suo libro contiene, abbiamo chiesto di ricostruire l’iter che una donna vittima di violenza deve affrontare. “La prima cosa è la valutazione del rischio. Un primo screening lo facciamo gia’ al telefono- ha spiegato Tringali- e ci attiviamo con avvocata e assistente sociale o psicologa. Si va in ospedale per le prime cure, accompagniamo la donna presso le forze dell’ordine o alla Procura della Repubblica se è pronta per presentare querela e, se in pericolo di vita, almeno finché il maltrattante non viene raggiunto da un ordine restrittivo, possiamo fare in modo che si rifugi presso case a indirizzo segreto, lei e i minori. A questo proposito- ha ricordato Tringali- abbiamo un numero verde del centro e sportelli presso quasi tutti i comuni della zona ionica della provincia di Catania”.

La polemica sulle sentenze poco severe che spesso investe il lavoro dei giudici va riposizionata. “Ci sono due disegni di legge- ha dichiarato Tringali- alla Camera e al Senato per rivedere il rito abbreviato- che assicura lo sconto di un terzo- su crimini efferati come il femminicidio”. La priorità quindi è legiferare sulla materia. La legge sullo stalking invece, altro tassello importante per la tutela delle donne, è “una buona legge, anche perché permette, prima di giungere alla querela, una soluzione differente che puo’ non portare al processo penale ovvero l’ammonimento con un’istanza che si fa al questore”.

Il libro ‘Femminicidio e violenza di genere’

‘Femminicidio e violenza di genere’ (Edizioni SEB27) racconta di una strada da seguire. Un percorso con consigli ‘tecnici’, ma anche con tante storie di casi simbolo. “Il libro- ha concluso l’autrice- si conclude con la storia positiva di una donna che oggi sta cominciando a vivere dopo esser stata violata. Sono tutte storie positive, tranne due. “Sono le uniche donne raccontate con il loro nome vero: Giordana- poco piu’ che ventenne- e Lauretta- una bambina di 12 anni”. La prima uccisa dall’ex, la piccola dal padre. “Scriverle- ha concluso Maria Concetta Tringali- e intervistare le loro madri è stato doloroso”.

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